2021
Bergomi: «Inzaghi esalta le caratteristiche di Dzeko. Si completa con Lautaro»

L’analisi di Beppe Bergomi, ex capitano dell’Inter, sull’impatto di Dzeko nella squadra nerazzurra dopo l’addio alla Roma
Edin Dzeko subito determinante per l’Inter dopo il suo arrivo dalla Roma. Il commento alla Gazzetta dello Sport di Beppe Bergomi, ex capitano e bandiera dei nerazzurri, sulle prestazioni del centravanti bosniaco.
«Onestamente sì, magari non nel numero di gol ma ero convinto che potesse avere un impatto così importante nella nuova realtà. Non lo conosco personalmente, ma si vede che è un ragazzo intelligente, un professionista serio che sa calarsi bene nei meccanismi di squadra. E nella struttura di gioco di Inzaghi, le qualità di Edin possono davvero esaltarsi. Aveva bisogno di nuovi stimoli: li ha trovati e si vede».
DIFFERENZE CON LA ROMA – «Beh, non dobbiamo dimenticarci di cosa è stato la Roma di Spalletti. Quella è stata sicuramente l’annata migliore e basterebbe analizzare i numeri: 29 in campionato e 10 in Europa. Spalletti è un allenatore che sa far volare i suoi attaccanti e metterli nelle migliori condizioni di esprimersi. Quindi diciamo che oggi stiamo vedendo una bellissima versione di Dzeko, non la migliore, ma comunque una determinante. Il gioco di Inzaghi è coinvolgente e crea tante occasioni, ma credo che contribuisca molto pure la possibilità di giocare accanto a un’altra punta».
INTESA CON LAUTARO – «I due si completano a vicenda, hanno caratteristiche diverse che si incastrano alla perfezione: riescono ad occupare bene gli spazi e a devono migliorare ancora: a volte entrambi vengono incontro a giocare il pallone, mentre dovrebbero sincronizzarsi meglio, uno ad accorciare sul portatore di palla e l’altro ad attaccare la profondità. Dzeko lo sa fare, anche se non è più un ragazzino: visto come ha dettato il passaggio sull’azione del rigore a Reggio Emilia?».
CAPOCANNONIERE – «Questa seconda giovinezza può farlo lottare per il titolo di capocannoniere?
«Penso di sì, farà tanti gol anche perché rispetto al passato può sfruttare di più i centimetri sulle palle inattive. L’Inter ha fisicità e i difensori non sempre riescono ad accoppiarsi con tutti. E lui sarà più libero di far male».
