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Pio Esposito non è Camarda (e viceversa): 3 motivi per cui paragonarli è deleterio per tutti!

Pio Esposito non è Camarda (e viceversa): 3 motivi per cui paragonarli è deleterio per tutti! Dall’Inter, al Milan, alla Nazionale
Francesco Pio Esposito e Francesco Camarda non condividono soltanto il nome all’anagrafe, ma anche una serie di etichette e aspettative difficili da reggere per dei ragazzi che stanno muovendo da poco tempi i primi passi nel mondo del calcio professionistico. Francesco Pio, classe 2005, figlio minore di una dinastia di calciatori (con i fratelli Salvatore e Sebastiano, entrambi passati per il vivaio nerazzurro), è uno dei nomi più chiacchierati degli ultimi mesi. L’Inter, dopo i primi due anni in prestito in Serie B allo Spezia (culminati con i 19 gol dello scorso anno), ha deciso in estate di dargli fiducia, inserendolo in pianta stabile nella rosa della prima squadra guidata da Cristian Chivu, allenatore che conosce Pio da quando aveva 13 anni e mezzo. Questa fiducia, l’attaccante originario di Castellammare di Stabia, se l’è conquistata sul campo, ben figurando nelle partite disputate nel Mondiale per Club negli USA, nel quale è arrivato il suo primo gol e anche il suo primo assist in maglia nerazzurra.
Camarda è persino più giovane, nato il 10 marzo 2008. Non ha ancora compiuto 18 anni ma già da un anno abbondante si parla di lui. Lo scorso hanno ha esordito e disputato 14 partite con la maglia del Milan tra Serie A e Champions League, facendo la spola con il Milan Futuro (la seconda squadra rossonera che militava in Serie C ed è retrocessa proprio lo scorso anno in D). Il primo gol in maglia rossonera lo ha soltanto sfiorato: lo aveva realizzato in Champions League contro il Club Brugge, mandando in delirio l’intero San Siro, ma in quell’occasione la rete venne revocata dal Var. In estate il Lecce gli ha offerto l’occasione per compiere uno step successivo della sua carriera: così si è trasferito alla corte di Di Francesco in prestito con diritto di riscatto e controriscatto da parte del Milan, che manterrà dunque il controllo sul prodotto del proprio vivaio.
Tam tam mediatico: esaltazione e sfottò beceri
Era accaduto lo scorso anno con Camarda, è ricapitato (con una cassa di risonanza possibilmente maggiore) ad Esposito. I tifosi della squadra in questione esaltano il proprio beniamino scomodando paragoni altisonanti, mentre quelli delle squadre rivali fanno partire la “macchina del fango” per screditare il ragazzo ai primi errori commessi. Ed è così che i tifosi di Juve e Milan prendono in giro sia Francesco Pio Esposito sia la narrazione che in Italia si sta facendo di lui con frasi come “Doveva vincerlo lui il Pallone d’Oro, non Dembelé“. Due aghi della bilancia di una sovraesposizione accentuata dal mondo dei social: “meglio il Pio nerazzurro o il Francesco rossonero?“. Ma perché decidere?. Oppure: “Chi dei due farà più gol in questa stagione?“.
Il ‘futuro dell’Italia’: ma a che costo?
Tra il 27 e il 28 settembre i titoloni dei giornali si sono sbizzarriti sui due Francesco. Esposito ha trovato il suo primo gol in Serie A con l’Inter contro il Cagliari (squadra in cui gioca suo fratello Sebastiano). Dopo un solo giorno Camarda, un po’ come se avesse voluto “rispondere”, realizza il suo primo gol assoluto in Serie A con la maglia del Lecce contro il Bologna. E via di aspettative anche per la Nazionale: “Saranno loro i futuri attaccanti titolari dell’Italia“. L’auspicio, specie in un panorama calcistico italiano sempre più povero di talenti, è che lo siano davvero, ma anche il calcio ha bisogno dei suoi tempi. Affrettare le tappe non servirebbe né alla Nazionale né, specialmente, agli stessi calciatori. Esposito ha trovato il suo esordio assoluto in Nazionale maggiore contro l’Estonia il 5 settembre ed è stato convocato anche per le sfide di questa sosta di ottobre. Camarda è stato recentemente convocato per la prima volta con l’Italia U21 di Baldini, con la quale dovrà ancora esordire. Per quanto il futuro possa essere luminoso, entrambi gli attaccanti dovranno passare da diverse tappe della loro crescita: fatte anche di passi falsi, cadute, errori e ricadute.
Caratteristiche diverse
I due Francesco, infine, sono due calciatori piuttosto diversi tra loro per caratteristiche fisiche e tecniche. Stesso ruolo, sì, ma con movimenti in campo ed attitudini differenti. Esposito, 1,91 m è un centravanti “vecchio stampo”, capace di fare la boa d’aria di rigore ma anche di saper giocare spalle alla porta, facendo da sponda per gli inserimenti dei propri compagni di squadra. Si ispira a Dzeko e gli piace molto dialogare con la squadra, aiutando la manovra offensiva. Camarda, 1,89 m, più veloce nel breve e leggermente più gracile nel fisico. Attacca la profondità ma non disdegna i gol di testa (come visto nel suo primo gol assoluto in Serie A).
Ad abbassare i toni, cercando il più possibile di non ascoltare le voci sul loro conto e di restare con i piedi per terra, sono gli stessi Esposito e Camarda. Negli ultimi giorni Mario Giuffredi, l’agente di Francesco Pio Esposito, ai microfoni di TMW ha sottolineato come non gli piaccia tutto questo clamore mediatico attorno al ragazzo. Camarda, dal ritiro dell’Italia U21, ha invece ribadito: «Non sono io a dover dire che sono un predestinato, cerco di isolarmi il più possibile da tutto. Non sono nessuno nel calcio».
