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Napoli Inter, è lo scudetto dei conti: le analisi delle ultime campagne trasferimenti
Napoli Inter, il focus sui bilanci, acquisti e stipendi delle due squadre: è lo Scudetto dei conti
L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport ha esaminato diversi aspetti delle recenti operazioni di mercato di Inter e Napoli e le ha messe a confronto in preparazione del grande incontro che si svolgerà allo stadio Maradona sabato 1 marzo alle 18.
CONFRONTO IN PARITA’ – «Napoli-Inter 1-1. No, non è il pronostico del big-match di oggi. Qui parliamo di numeri di bilancio, in particolare della gestione delle rose. E il confronto finisce in parità: il Napoli investe di più sui “cartellini”, l’Inter spende di più sugli stipendi. Strategie differenti, entrambe efficaci, visto che le sfidanti hanno conquistato gli ultimi due campionati e si stanno contendendo quello attuale, con l’Atalanta terza incomoda».
IL MERCATO – «Partiamo dal mercato. Abbiamo preso in considerazione i costi dei “cartellini” (con le commissioni degli agenti immobilizzate), escludendo i prestiti. Cominciamo dal 2022-23. Il Napoli dello scudetto ha investito 116 milioni: 32 per Raspadori, 22 per Kim, 17 per Olivera, 16 per il riscatto di Anguissa, 12 per Simeone, 11,5 per Kvaratskhelia, 5 per Ostigard. Solo 29 per l’Inter, di cui 14,5 per Asllani, 8 per lo svincolato Thuram (il costo dell’intermediazione) e 4 per Acerbi. Nel 2023-24, concluso col trionfo tricolore dell’Inter, il rapporto si è ribaltato. I nerazzurri hanno speso 117 milioni. Le operazioni principali: 34,5 Frattesi, 33 Pavard, 14 Carlos Augusto, 11 Arnautovic, 7,5 Buchanan, 7,5 Bisseck, 7 Sommer. Quota 84 milioni per gli azzurri: 30 Lindstrom, 21,5 Ngonge, 11,5 Cajuste, 9,5 Natan, più altri affari minori».
BILANCI – «Il Napoli di De Laurentiis è sempre stato autosufficiente, l’azionista ha versato 16 milioni tra B e C e poi basta. Inoltre, la società non si è mai indebitata, salvo il prestito di UniCredit da 52 milioni dell’era Covid, peraltro mai utilizzato. Ogni volta che parliamo di investimenti in casa azzurra, questi derivano dalla capacità del club di generare cassa. Di contro, l’Inter ha fatto affidamento, tra il 2016 e il 2019, sulle enormi risorse provenienti da Suning e dall’Asia che hanno accresciuto la spesa finché il meccanismo, a causa delle difficoltà di Zhang, non è andato in tilt. All’inizio del triennio preso in esame la situazione dei due club era la seguente.Guardiamo alla posizione finanziaria netta al 30 giugno 2022: quella del Napoli era positiva per 56 milioni, quella dell’Inter era negativa per 350 (senza considerare il debito della controllante verso Oaktree). Patrimonio netto al 30 giugno 2022: Napoli +69 milioni, Inter -86. Insomma, i due club si presentavano in condizioni molto diverse all’inizio del ciclo sotto esame».
ESIGENZE UGUALI E CONDIZIONI DIVERSE – «Tuttavia, entrambi avevano l’esigenza di tagliare i costi. E nel 2022-23 hanno ridotto il monte-stipendi di 15-20 milioni a testa. Il Napoli ha conquistato lo scudetto dopo aver rivoluzionato l’organico. Già, perché De Laurentiis ha sempre movimentato una grande massa di denaro sul mercato e, una volta riequilibrata la dinamica costi-ricavi, si è ripreso la scena. Nelle ultime due stagioni sono stati accumulati 143 milioni di profitti, grazie alla riduzione degli stipendi, al boom commerciale e, soprattutto, alle plusvalenze. Le campagne del Napoli si finanziano così. Solo quest’anno il saldo è stato fortemente negativo, con la cessione di Kvaratskhelia a coprire la metà degli esborsi per gli acquisti. È stato possibile perché al 30 giugno 2024 c’erano in cassa 210 milioni di cash. Politica differente per l’Inter, perché differenti erano, e sono, i conti. I nerazzurri hanno chiuso il bilancio 2020-21 con la perdita di 246 milioni. Allarme rosso e manovra sanguinosa. Marotta si è mosso sul mercato in spazi ristrettissimi: niente acquisti, se non coperti dalle cessioni, e parametri zero per allestire un “instant team”. Sono arrivati la finale di Champions 2023 e lo scudetto 2024. E il conto economico è migliorato: -36 milioni nel 2023-24. Ora, con Oaktree, le strategie sono mutate. Si persegue una sostenibilità e uno sviluppo di medio-lungo termine: sì a investimenti su profili giovani».
STIPENDI – «Ma il presente dice che l’Inter spende nettamente più del Napoli in stipendi. Nel 2023-24, bilanci alla mano, 186 milioni contro 106, in termini di costi per il personale tesserato. E quest’anno, per effetto dei rinnovi, le spese nerazzurre sono cresciute, mentre quelle azzurre sono rimaste stabili. Basta fare qualche esempio. Lautaro percepisce 9 milioni netti, Barella e Calhanoglu 6,5, Thuram 6, Bastoni 5,5, Pavard 5. Nel Napoli il più pagato è Lukaku, a quota 6 netti. Con la cessione in prestito di Osimhen, gli altri ingaggi top sono quelli di Lobotka (3,5), Politano e Di Lorenzo (3,2), Neres e McTominay (3)».
QUOTE NAPOLI INTER- Al Maradona va in scena il match più atteso di tutto il campionato: lo scontro diretto tra Napoli e Inter, coi nerazzurri di Inzaghi attualmente a +1 in classifica. La quota OVER 0.5 (almeno un gol realizzato nella partita) è data a 8.00 invece che a 1.05 da Sisal grazie alla super quota maggiorata offerta ai nuovi clienti e valida solo tramite link. Su Goldbet la stessa giocata è quotata a 1.03, mentre su Planetwin365 a 1.01.