Inter Women, Cambiaghi: «Scudetto? Il livello della squadraè alto»
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Inter Women, Cambiaghi: «Scudetto? Il livello della squadra si è alzato»

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Michela Cambiaghi, nuova attaccante delle Inter Women, ha concesso un’intervista in cui racconta dei propri inizi nel calcio

Sulle colonne del Corriere della Sera, Michela Cambiaghi, nuova pedina offensiva delle Inter Women, racconta il proprio esordio calcistico e l’avvento del professionismo nell’universo del calcio femminile.

GOL ALL’ESORDIO CONTRO LA SAMPDORIA, FESTEGGIAMENTO– «In modo sobrio, il giorno dopo c’era allenamento. Ho passato un po’ di tempo in famiglia. Quando ho il giorno libero torno spesso in Brianza dai parenti, ora che vivo a Cormano, più vicino a Interello. Sono molto legata al territorio: quando viaggio e mi chiedono da dove vengo, rispondo “dalla Brianza”, altri preferiscono identificarsi con Milano. Ma io sono per una vita più tranquilla. Tra i miei luoghi preferiti c’è il parco di Monza»

PASSIONE TRASMESSA IN FAMIGLIA- «Più mio fratello maggiore, che faceva calcio e io cercavo di imitarlo. Mi ha da poco reso zia. Confesso che ero un maschiaccio: se iniziavo a giocare alle bambole con una bambina, finiva che la lasciavo sola per inseguire il pallone. È stata una passione naturale. Mamma non era molto contenta, pensava avrei smesso presto. Invece mi muovo sui tacchetti dalle scuole elementari».

GIOCARE CON I MASCHI- «Nessuno mi ha fatto mai sentire fuori posto, una “diversa”, sia in campo sia fuori, per esempio a scuola. Anzi ho ricevuto molti incoraggiamenti»

SALTO DI QUALITA’- «Al debutto con la prima squadra del Fiammamonza, in A2: ho fatto gol, avevo 15 anni. Un traguardo inaspettato ma anche una rinascita, perché rientravo da un terribile infortunio che poteva compromettere la mia carriera. Una trombosi alla spalla. Mi hanno operata al San Raffaele e tolto parte di un muscolo, mi pare lo scaleno o il piccolo pettorale»

IDOLO CALCISTICO?- «No. Però sono cresciuta in una famiglia di interisti e avevo un debole per Sneijder e Milito»

SCUDETTO ALLE INTER WOMEN- «ll livello della squadra si è alzato ma sono scaramantica. Puntiamo in alto, questo sì, e per un obiettivo del genere rinuncerei ad arrivare in doppia cifra, magari regalando più assist. Sono una calciatrice tecnica. Nello spogliatoio c’è entusiasmo, è stato facile inserirsi. Sogno anche la convocazione in Nazionale».

COSA MANCA AL CALCIO FEMMINILE?- «La visibilità, che è fondamentale per aumentare il bacino di appassionati e le iscrizioni alle scuole calcio. Dazn ha appena acquistato i diritti per trasmettere tutte le partite del campionato, e un match sarà in chiaro su Rai Sport. Buone notizie»

CRITICHE SUI SOCIAL- «Se mi scrivono è per farmi i complimenti. Devo dire che il nostro pubblico è più educato, difficile sentire cori beceri o insulti verso un’avversaria. Pochi appassionati, per ora, ma buoni»

LAUREA MAGISTRALE IN MANAGEMENT- «E anche una borsa di studio per un corso di personal branding alla Bocconi. Mi sono laureata a Bergamo lo scorso marzo, non è stato facile conciliare università e sport: tante volte mi sono sentita in ritardo, ma era uno sforzo necessario, una risposta alla precarietà del pallone. Che non sai per quanto tempo ti darà da vivere. Qualche anno fa era impossibile immaginare che il calcio femminile sarebbe entrato nel professionismo, vedevo le mie compagne più grandi fare tanti sacrifici, lavorare di giorno e allenarsi la sera. Un domani mi piacerebbe fare la manager in una società sportiva».

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