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Inter, quanti gol subiti! Cos’è cambiato in fase difensiva dall’arrivo di Chivu ed il confronto con Inzaghi

Inter: troppi gol subiti in questo avvio di stagione. Ecco il confronto tra i dati di Cristian Chivu e quelli di Simone Inzaghi
Nonostante un attacco prolifico e spesso determinante, la nuova Inter di Cristian Chivu deve fare i conti con un problema evidente: i troppi gol incassati nelle prime otto giornate di campionato. Il dato, analizzato da Tuttosport, evidenzia una fragilità difensiva che rischia di compromettere le ambizioni di vertice dei nerazzurri.
Finora la squadra ha subito 11 reti, un numero ben superiore rispetto alla media delle passate stagioni. La proiezione, se mantenuta, porterebbe a chiudere l’annata con oltre 50 gol al passivo, un dato troppo alto per chi punta allo scudetto. Il problema si è acuito nelle sfide di maggiore livello, come quelle contro la Juventus e il Napoli, in cui sono arrivati ben sette gol subiti. Un segnale che costringe Chivu a rivedere alcuni meccanismi, soprattutto nella fase di copertura e nelle transizioni difensive.
Il confronto con gli anni di Inzaghi
Il paragone con il periodo di Simone Inzaghi aiuta a comprendere meglio l’anomalia. In quattro stagioni, l’ex tecnico nerazzurro aveva mantenuto un rendimento difensivo più solido, con una sola eccezione nel 2022/23, quando la squadra incassò 13 gol dopo otto giornate e chiuse con 42 reti subite e 72 punti in classifica. In quella stagione, però, l’Inter non fu mai realmente in corsa per il titolo, consolandosi con la Coppa Italia, la Supercoppa e la finale di Champions League.
Nel campionato successivo, quello della “seconda stella”, la differenza fu netta: dopo otto giornate, la formazione di Inzaghi vantava 19 punti e appena 5 gol subiti, chiudendo poi con 94 punti e 22 reti incassate complessive.
I numeri di Chivu e la necessità di una svolta
Rispetto a quelle stagioni, la squadra di Chivu risulta meno equilibrata. Dopo otto giornate ha raccolto 15 punti, con una media difensiva peggiore rispetto a tutte le annate del suo predecessore. Il tecnico romeno dovrà ora lavorare per restituire compattezza al reparto arretrato, che pur con elementi di qualità come Alessandro Bastoni, Manuel Akanji e Francesco Acerbi, non è ancora riuscito a ritrovare la solidità che ha caratterizzato gli anni migliori dell’era Inzaghi.