Inter, è il giorno dell'appuntamento con la storia: 5 motivi per crederci
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Inter, è il giorno dell’appuntamento con la storia: 5 motivi per crederci

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È il giorno di Manchester City-Inter, Finale di Champions League. I ragazzi di Simone Inzaghi sognano di scrivere la storia

Sarà stata una notte tormentata dai pensieri, quella passata dai tifosi dell’Inter in tutto il Mondo, accumunati dalle ansie per la Finale di Champions League. Oggi è quel giorno, l’opportunità di scrivere la storia: 13 anni dopo quella magica notte di Madrid, quando fu capitan Zanetti ad alzare al cielo la coppa dalle grandi orecchie. È stato un cammino inaspettato ma bellissimo quello che ha portato i nerazzurri ad avere la possibilità di giocarsi un’altra finale (la terza finale in stagione, dopo quelle vinte in Supercoppa Italiana contro il Milan ed in Coppa Italia contro la Fiorentina). Contro ci sono dei veri e propri giganti. Il Manchester City di Guardiola è una corazzata che farebbe intimorire qualunque squadra si trovi davanti, con pochissimi punti deboli. Gli uomini di Simone Inzaghi, però, hanno dimostrato prima a parole e poi con i fatti che vogliono coronare il sogno. Ecco dunque, cinque motivi per crederci.

1) L’Inter non ha nulla da perdere

In una Finale di Champions League, dire che una squadra non abbia nulla da perdere sembrerebbe un’utopia. O almeno una bugia. Non è il caso dell’Inter, che arriva a questo appuntamento come qualcosa di più di una ‘underdog’. Guardiola ha dalla sua una squadra costruita per vincere la Champions, con valori tecnici nettamente superiori a quelli che ha a disposizione Inzaghi. La pressione sarà dunque sulle spalle dei Citizen, che dopo anni di dominio in Inghilterra dovranno dimostrare di essere all’altezza di essere chiamati “la migliore squadra d’Europa”. I nerazzurri, dalla loro, hanno già raggiunto l’obiettivo minimo (quello della qualificazione alla prossima Champions League) in una stagione senza dubbio complicata, che ha visto nonostante tutto portare altri due trofei in bacheca.

2) Tra retorica e scaramanzia

Da settimane, le chiacchiere da bar all’italiana vanno avanti a suon di frasi retoriche: “La finale è una partita secca e può succedere di tutto“, “non sempre vincono i più forti“, “la palla è rotonda“, “la partita dura 90 minuti” e così via. Poi subentra la scaramanzia e tutte quelle statistiche che lasciano sperare i tifosi interisti: tra lettere presenti nei nomi degli allenatori (Inzaghi e Mourinho) e nelle città dove si gioca la finale, argentini in campo che hanno sul numero di maglia la data della finale, la ricorrenza della vittoria di un trofeo europeo del West Ham (come avvenne nella stagione 1964-65) e tante altre.

3) Sappiamo come si battono

Manchester City ed Inter non si sono mai affrontate prima d’ora in alcuna partita ufficiale (soltanto due amichevoli). Nonostante ciò, alcuni protagonisti in campo si sono affrontati in passato. Basti cominciare dalla finale dell’Europeo vinta dall’Italia di Barella e Bastoni contro l’Inghilterra di Stones, Walker, Grealish e Foden. Acerbi ed Haaland si sono già incontrati una volta in un Lazio-Borussia Dortmund del 20/10/2020, con Inzaghi in panchina. Ad avere la meglio furono i biancocelesti che si imposero con uno storico 3 ad 1 (l’attaccante norvegese realizzò il gol della bandiera, ma fu contenuto molto bene da Acerbi e dalla difesa laziale per il resto del match).

4) La spinta dello stadio

L’Atatürk Olympic Stadium di Istanbul sarà il grande palcoscenico della sfida di stasera. Senza dubbio i supporters calorosi delle due squadre si faranno sentire e proveranno dal primo all’ultimo minuto a dare la carica ai propri beniamini: i Citizens sono una tifoseria abbastanza calda, così come quella interista, che non ha mai lasciato da sola la squadra, anche nei momenti di difficoltà. Vicinanza alla squadra che è stata apprezzata da tecnico e giocatori, come hanno ribadito più volte in interviste e conferenze stampa. Ma oltre ai tifosi delle due compagini che si affrontano, ci sarà una buona fetta di tifosi turchi. Con chi si schiereranno? İlkay Gündoğan, nonostante sia nato da genitori turchi, ha scelto di giocare con la maglia della Germania. Il centrocampista del City è rispettato dal popolo di casa, che però avrà una netta preferenza per Hakan Çalhanoğlu. Il numero 20 dell’Inter è il capitano della nazionale turca, numero 10 e giocatore di maggior livello. Per lui l’occasione di diventare il primo calciatore turco della storia a vincere una Champions. E lo potrebbe fare proprio a casa sua.

5) Dimarco e quel filo diretto con Mourinho

Tra i giocatori che metteranno piede in campo, uno di quelli che sentirà maggiormente la partita sarà sicuramente Federico Dimarco: un ragazzo cresciuto tra Curva Nord e giovanili nerazzurre ed arrivato dopo anni di sacrifici a giocare la propria squadra del cuore. Non sarà stato sicuramente un caso che l’esterno nerazzurro abbia utilizzato, nel corso della conferenza stampa nel Media Day, la stessa frase pronunciata da José Mourinho quando si accingeva ad affrontare il Barcellona di Pep Guardiola nel 2010. “Per noi vincere questa finale e questo trofeo è un sogno, per loro è un’ossessione“. È con questo spirito che Dimarco e compagni possono sognare di scrivere la storia questa sera.

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