Inzaghi: «Lavoro per l'Inter. Questa non è la mia rivincita»
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Inzaghi: «Lavoro per l’Inter. Questa non è la mia rivincita»

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Simone Inzaghi ha parlato dopo la vittoria dell’Inter nel match d’andata dei quarti di finale di Champions col Benfica

Sulle colonne della Gazzetta dello Sport, Simone Inzaghi risponde per le righe a tutti coloro che considerano una sua rivincita personale la vittoria di ieri della sua Inter in casa del Benfica:

INZAGHI-

Sembrava ormai all’angolo, frastornato dalle delusioni ripetute in A e arrivato alla fine del suo ciclo interista, e invece Simone Inzaghi si è staccato dalle corde in un moto d’orgoglio e ha cominciato a prendere a pugni il destino. Di questa impresa eroica in terra portoghese, che l’Inter custodirà in mezzo alle più belle della propria leggendaria storia, Simone Inzaghi è il vero architetto. Il vincitore totale assieme ai suoi ragazzi che a fine gara gli ballonzolavano attorno in estasi: il tecnico si è confermato re di coppe, maestro nelle gare secche o quasi, abile nel muovere le pedine sulla scacchiera nelle notti d’Europa.

CAMBI-

E, vecchio tallone di Achille, è stato anche lucido nei cambi della ripresa risultati decisivi. Così ha presentato una squadra da combattimento, coraggiosa ma impregnata di realismo, ed è riuscito a trasformare il grande Benfica in una squadra piccola piccola. Tutta l’assenza di motivazioni che si poteva imputare in campionato all’Inter di Simone è sparita nella notte più importante di Champions: evidentemente stavolta il messaggio dalla panchina è suonato forte e chiaro.

NESSUNA RIVINCITA-

Con la stessa lucidità, Inzaghi nel dopo- partita ha allontanato la parola più scivolosa, “rivincita”: «Non ho nessuna rivincita da prendermi, lavoro per il bene dell’Inter e cerco di farlo nel migliore dei modi. Le critiche è è giusto ascoltarle, la mia educazione mi permette di accettarle e distinguerle, ma bisogna cercare di lavorare sempre di più e meglio».

CONFRONTO CON IL CAMPIONATO-

Certo, bisognerebbe pure chiedersi perché i suoi non abbiano giocato sempre così: <<Non dimentichiamo che è la terza trasferta in sei giorni: abbiamo un calendario incredibile, l’Inter è l’unica ad averlo in Italia». Alla vigilia il tecnico aveva scelto una parola manifesto per questa battaglia: «Insieme». E questo insieme si è visto nell’abbraccio di tutta la panchina dopo il rigore di Lukaku e anche nell’immagine festante della dirigenza al rientro negli spogliatoi: <<Nel calcio bisogna essere sempre uniti..», la conclusione non casuale di Inzaghi. Insieme questa squadra si è arrampicata senza paura qui dove osano le aquile, insieme potrebbe pure andare oltre: in Champions a Simone piace dare colpi al centro del ring.

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