Serena: «Scommesse? Una deriva forse irrimediabile»
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Serena: «Scommesse? Una deriva forse irrimediabile, non è solo ludopatia»

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L’ex attaccante dell’Inter, Aldo Serena, ha condiviso la propria riflessione sui casi scommesse riscontrati nel calcio italiano

Intervistato da Repubblica, Aldo Serena analizza il problema della ludopatia e dei casi scommesse che hanno coinvolto il calcio italiano. Questa la riflessione dell’ex attaccante dell’Inter.

LUDOPATIA – «Non credo sia soltanto ludopatia. Ho paura che questa vicenda ci racconti qualcosa di più ampio sulla nostra società, qualcosa che ci riguarda come adulti e come genitori di persone sempre più fragili».

SUL MIO ULTIMO TWEET – «I giovani hanno tutto, arrivano in alto in fretta, alcuni hanno contratti ricchissimi e nessun bisogno di denaro. Eppure, corrono il rischio di farsi marchiare per sempre. Non sono i vecchi a fine carriera dell’80».

QUANDO IO ERO GIOVANE – «Avevo 19 anni, ero al Como. Un giorno l’allenatore Marchioro ci radunò prima di affrontare il Palermo, e disse: “Ho sentito che circolano brutte voci su di noi. Ma se domenica vedo cose strane da parte di qualcuno, lo metto fuori a costo di finire la partita in sette”. Ero esterrefatto. Dopo pochi mesi, accadde quello che accadde. L’opacità esisteva anche allora».

DINAMICHE DIVERSE DI SPOGLIATOIO? – «Noi avevamo corpi e voci, parlavamo, però le tentazioni non mancavano. Un mio compagno di camera al Bari, durante i ritiri a una certa ora di sera andava a giocare forte a carte con altri. Una volta mi disse che si era bruciato lo stipendio di un mese, anche se non erano neppure alla lontana le cifre di oggi».

COME ME LO SPIEGO? – «Lo trovo sconvolgente, una deriva forse irrimediabile. Intere generazioni risucchiate da smartphone e tablet, ragazzi intrappolati lì dentro. E, quando sono bambini al campetto, i loro genitori cominciano a montarli con le illusioni, i soldi, la carriera. Ormai è un modo di interpretare la vita. E ogni rapporto con gli altri è filtrato da questi aggeggi elettronici, che sarebbero strumenti magnifici se non venissero usati solo così. Il mio tweet è stato contestato, ma io temo che certi giovani siano rapiti dalle loro stesse vite».

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