Sentenza Acerbi, Bargiggia: «Giudice coraggioso, sarebbe stato più semplice...»
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Sentenza Acerbi, Bargiggia: «Giudice coraggioso, sarebbe stato più semplice…»

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Il noto giornalista Paolo Bargiggia ha espresso la propria opinione sulla sentenza pronunciata dal Giudice Sportivo su Acerbi

Paolo Bargiggia ha commentato a Tv Play la sentenza su Francesco Acerbi stabilita dal Giudice Sportivo per il presunto caso di razzismo scoppiato in Inter-Napoli.

LE PAROLE – «Rispetto la sensibilità di Juan Jesus, ma rispetto anche l’uomo e la sensibilità di Acerbi, che era stato messo al patibolo ancora prima della sentenza. Da un punto di vista tecnico mi fa piacere che, per la prima volta, su un tema così delicato, la giustizia sportiva si sia avvicinata a quella ordinaria, ovvero che non ti condanna se non ci sono prove. Il giudice è stato coraggioso, perché la cosa più facile e popolare sarebbe stato infliggere 10 giornate ad Acerbi, raccogliendo il consenso di tutta la piazza scatenata e di un intero popolo che, pur di lavarsi la coscienza, diventa giustizialista. Da attenta verifica non c’era un minimo riscontro di quanto avesse detto Juan Jesus. Io accolgo con positività la sentenza. Ai tempi di Sarri, che venne squalificato per due giornate dopo gli insulti omofobi a Mancini, il Napoli fece un comunicato completamente diverso da quello che ha pubblicato ieri, quindi c’è una polemica a corrente alterna. Il razzismo è una cosa seria e bisogna stare attenti a strumentalizzare certe cose. Non è che se Acerbi non sia stato condannato allora Juan Jesus è un bugiardo, magari quest’ultimo ha capito male: non c’è una dichiarazione precisa di Acerbi, che ha solo dichiarato pubblicamente di non aver mai proferito offese razziste, poi pare che abbia rivelato al proprio procuratore di aver detto ‘ti faccio nero’. Perché non dobbiamo dare credito a quanto detto dal giocatore e che Juan Jesus possa aver capito male in mezzo alla concitazione di San Siro? Sono stupito che un episodio successo in area di rigore non sia stato sentito da nessuno dei compagni di squadra. Perché oggi dobbiamo sempre avere il mostro da mettere al rogo sul tema razzismo?»

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