Sanchez: «La competizione fa bene. Vi racconto la mia carriera»
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Sanchez: «La competizione fa bene. Vi racconto la mia carriera»

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Alexis Sanchez si è raccontato nel corso di una lunga intervista concessa a DAZN: le sue dichiarazioni

L’attaccante dell’Inter Alexis Sanchez si è raccontato così a DAZN:

INIZI«Ho iniziato a 6-7 anni, mia mamma giocava a calcio e mi ha trasmesso l’amore per questo sport. Mia mamma era forte, non lo dico perché è mia mamma ma era forte davvero, era un attaccante. Da piccolo ho giocato a basket anche se ero un piccolino. Quando ho capito che avrei fatto il calciatore? Da bambino. Non so cosa avrei fatto se non avessi fatto il calciatore. L’attore? Forse sì, ho fatto anche un film. Ho raccontato la mia storia, ho interpretato me stesso nel ‘Mi amigo Alexis’. Come film mi piace molto Rocky Balboa, un guerriero che va avanti nella sua vita. Quando c’è una sana competizione all’interno della squadra, questa è una cosa bella, così la squadra va avanti. Così puoi durare più anni».

PREGI E DIFETTI – «Sono una persona bianco o nero, se non mi piace qualcosa te lo dico. Sono così come mi vedi. Mi piace essere così sincero, sono diretto. Il leone su Instagram? Non mi piace tutto ciò che fa un leone ma la sua presenza. L’elefante quando guarda il leone sa che il leone ha fame, ha rispetto per lui anche se l’elefante è più grande. Il leone può dormire ma poi quando ti prende ti prende, mi piace questo del leone»

NAZIONALE«Non ho ancora chiaro cosa ho fatto per il Cile. Ho segnato più gol, ho fatto più assist, non mi manca niente. Ancora gioco per la Nazionale, mi sento in forma, mi sento benissimo. Quando mi fermerò e mi guarderò indietro, allora qualcuno potrà battere i miei record».

MOMENTO DIFFICILE – «Non ci sono stati momenti difficili, c’è sempre da imparare anche dopo una finale. Il calcio fa parte del processo, se ti fai male è perché qualcosa hai fatto male te. Ci sono cose brutte ma si deve sempre imparare qualcosa. Tanta gente può parlare, il giovane calciatore spesso non ascolta ma perché deve imparare da solo. Come un bambino che inizia a camminare, dopo che cade 10 volte poi impara».

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