San Siro, perché la ristrutturazione è la scelta più adatta

La ristrutturazione di San Siro è tanto possibile quanto utile: tra pazienza, scelte di cuore e modernità architettonica

Tante parole e polemiche su quello che dovrebbe essere il nuovo San Siro. Certo, c’è tutto il tempo di valutare soluzioni su soluzioni, ma pare che la questione sia anche legata anche a dei principi sentimentali. Stadio moderno? Ok. Architettonicamente parlando una meraviglia? Perfetto, ma con la Scala del Calcio dove sta il cosiddetto filo conduttore? E qua si riprende alla teoria inizialmente citata: perché non provare con la ristrutturazione? Non perdiamoci in chiacchiere e proviamo a fare un po’ di ragionamenti.

Partiamo in primis dalla struttura. Essa disposta su tre livelli può essere tranquillamente smontata pezzo per pezzo, sistemata in una maniera tale da essere rimodernata. Partire dal primo anello per poi procedere in maniera praticamente graduale in tutti i settori dello stadio: a Bergamo per esempio durante la demolizione/costruzione della Tribuna Rinascimento è bastato semplicemente cambiare la disposizione dei gradoni per correggere il problema.

Tempistiche. Ci vuole tempo, ma sicuramente molto meno rispetto alla costruzione di uno stadio nuovo. San Siro abbattuto e poi? Li si che i tifosi riscontrerebbero maggiore difficoltà nel vedere i match allo stadio, rispetto invece ad uno stadio in ristrutturazione a capienza ridotta.

Infine occorre concludere con una domanda: vale la pena costruire un nuovo impianto in comune? All’occorrenza lo stadio nuovo è coerente se l’intenzione è quella di farlo di proprietà. Certo, il comune coprirà diversi costi, ma appunto perché si tratta di un simbolo calcistico assai importante come San Siro occorrerà abbracciare l’idea di una ristrutturazione assai voluta non solo dai tifosi, ma anche da Inter e Milan.