Hanno Detto
Paganin: «Inter? Per Inzaghi fondamentale gestire la rosa. Per il mercato mi fido di Marotta e sul battibecco con Conte…» – ESCLUSIVA
Antonio Paganin in esclusiva a InterNews24, l’intervista all’ex calciatore nerazzurro sulla sua carriera, la stagione dell’Inter, l’Italia ed altro ancora
L’Inter di Simone Inzaghi è pronta. Pronta ad affrontare un vero e proprio tour de force che inizierà questo pomeriggio in occasione della sfida con il Parma. Tra campionato, coppa italia, supercoppa, champions e mondiale per club Lautaro Martinez e compagni sono chiamati a rimboccarsi le maniche nella speranza – o almeno è questo quanto si percepisce da Appiano Gentile – di portare a casa i miglior risultati possibili in tutte competizioni citate. Vediamo l’intervista esclusiva realizzata da InterNews24 ad Antonio Paganin proprio sulla situazione del club meneghino.
Buongiorno, iniziamo subito dal nostro campionato. C’è qualcosa che l’ha colpita particolarmente?
«Si, la competitività che cinque-sei squadre quest’anno riescono a mettere sul piatto. Pensavo che il Napoli potesse essere l’unica antagonista dell’Inter. Questo, al netto del fatto che non ha le competizioni europee…che hanno un peso importante, lo vediamo in termini di gestione della settimana e chiaramente delle risorse fisiche. Mentre con grande stupore ho visto come la stessa Lazio, ma anche Atalanta e Fiorentina riescano a tenere il passo. Con una buona qualità calcistica, tenendo conto che anche loro hanno le competizioni europee appunto. Stiamo vedendo un campionato all’insegna dell’equilibrio. E lasciatemi dire una cosa…»
Ci dica…
«Dispiace per l’ultimo evento naturalmente in Fiorentina Inter (quanto accaduto al calciatore Bove, ndr). Sarebbe stato davvero interessante vedere l’Inter contro una squadra forte e in salute, un buon test. Però ripeto, tutte le cose si sono risolte bene per fortuna e penso che sarà solo una arrivederci per la gara a febbraio credo»
E a tal proposito – visti anche i numerosi impegni in arrivo – quanto è importate per Inzaghi godere di una rosa così ampia?
«È fondatamente. Il vero leitmotiv di quest’anno è la capacità dei singoli allenatori di gestire le rose. Fin’ora l’Inter ha dimostrato grandissima lungimiranza in chi la guida. Vediamo quello che sta succedendo in squadre più blasonate… come il Manchester United, dove non stanno riuscendo a fare ruotare a dovere i calciatori. Il calcio ormai sembra quasi una sorte di NBA, dove si gioca a dei ritmi quasi frenetici, se paragonato ai miei tempi (ride, ndr). Però teniamo presente che la qualità della preparazione atletica e degli staff che seguono i calciatori si è alzata notevolmente. Per questo nonostante il ritmo a cui giocano lo spettacolo – fortunatamente non viene mai a meno».
L’ha stupita questo battibecco a distanza Inter-Napoli Marotta-Conte?
«Il battibecco…ho seguito un po’ i messaggi che vengono utilizzati attraverso gli organi di stampa, i social, da parte di chi li guida. Ed è sempre improntata – in Italia come all’estero – al ‘non sono io il favorito, il favorito è un altro’. Io la vedo in maniera un po’ diversa».
L’Inter però per blasone e rosa non può nascondersi però?
«Ho sentito le parole sia del presidente che di chi guida lo spogliatoio e ne riporta fedelmente l’impressione dall’interno: che è Lautaro. Nel senso, l’Inter mi dà l’impressione di aver ben presente di essere la favorita e su questo non si nasconde. Questo mi piace, denota che ha carattere e personalità. Denota che l’eliminazione in Champions e la vittoria dello scudetto nella passata stagione hanno portato a quella consapevolezza in questo gruppo per cui non si preoccupa più di quelle che sono le diatribe o le schermaglie dialettiche a mezzo stampa. Ripeto, ho l’impressione che il Napoli sarà la vera antagonista dell’Inter quest’anno, ma ciò non toglie che i nerazzurri hanno le caratteristiche per ambire ad una cavalcata vincente»
E’ in arrivo il calciomercato di gennaio? Si aspetta dei colpi o nuovi innesti potrebbero rompere l’equilibrio del gruppo?
«La cosa bella è che questa dirigenza si muove sempre con lungimiranza. A me – parlo in prima persona, perché mi ritengo un grande simpatizzante dell’Inter – mi ha sempre sorpreso positivamente. Vuoi con operazioni a gennaio, vuoi con operazioni concluse sì a gennaio ma con un arco temporale proiettato già a giugno. Quando sembrava che dopo lo scudetto con Conte l’Inter non poteva essere migliorata…beh, ogni singola sessione di ogni anno l’Inter ha sempre portato un valore aggiunto alla squadra. Senza stravolgere la base chiaramente e tenndo conto molte volte della carta di identità. Però come dicevo…aggiungendo una perla ogni anno al gruppo che poi nel tempo ha dato grandi soddisfazioni. Se c’è un aspetto dove il popolo nerazzurro può dormire ‘sogni tranquilli’ è proprio sul fatto che l’Inter abbia uno staff che sa vedere molto lungo e che sa come si lavora. Che sa fare le operazioni quando sono necessarie e non solamente per mettere un numero»
Passiamo ora alla nazionale. Dopo un europeo, sportivamente parlando disastroso, sono arrivate delle risposte importanti. Che idea ha maturato su questa ‘nuova versione’ del gruppo azzurro?
«Hai detto benissimo! C’è stato un cambio di passo proprio, che io da tifoso della nazionale ho apprezzato tantissimo. Non tanto in quello che può essere la rotazione di qualche giocatore…che può essere anche abbastanza fisiologica. Anche Spalletti, a livello di comunicazione intendo, sembra aver fatto un mea culpa su alcune situazioni. Penso ad esempio con grande simpatia quando aveva vietato la PlayStation in fase notturna. Un qualcosa che probabilmente non si riduce lì, ma che per ragazzi di questa generazione che hanno quel tipo di approccio e di abitudine…per tanti aspetti che forse noi facciamo fatica a cogliere dall’esterno.
Beh, questo potrebbe aver un pochino cambiato il focus su che cosa aveva fatto e su quello che Spalletti voleva. Ora, rimesse le cose a posto, la Nazionale è ripartita. D’altronde Spalletti, che ho anche avuto modo di vederlo da vicino all’Inter, è una persona intelligente. Lasciamo naturalmente stare la partita con la Francia dove da quel punto di vista lì eravamo praticamente qualificati. Però è una nazionale che adesso ha una sua anima, un’identità precisa e ora credo che non possiamo che aspettarci altro che miglioramenti».
Abbiamo parlato del presente e del futuro, chiudiamo col passato. Sa dirci se chiude gli occhi il momento più bello con la maglia dell’Inter addosso? O più in generale della sua carriera?
«Beh…quando ho firmato il primo anno all’Inter. Io venivo da un’esperienza importante a Genova certo, ma ero ancora un ragazzo. Con la Sampdoria avevo assaporato quello che voleva dire vivere in un grande spogliatoio, con Vialli e Mancini certo…chiaro che però l’Inter era per me un salto di qualità enorme. Venivo da due anni ad Udine (con l’Udinese, dopo la Sampdoria e prima dell’Inter, ndr) e poter essere allenato da un guru come Trapattoni è stato incredibile. Condividevo lo spogliatoio con Campioni che venivano da Italia ’90 più altri giocatori importanti… è chiaro che il primo anno mi ha segnato molto. Con il secondo posto, la conquista della Coppa UEFA contro la Roma in finale. Se devo chiudere gli occhi mi rivedo lì, il mio marchio Inter lo rivedo lì».
Si ringrazia Antonio Paganin per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista