Marotta dichiara: «Lo stadio incarna aspetti importanti»
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Marotta dichiara: «Lo stadio rappresenta aspetti importanti, come quello della valorizzazione del senso di appartenenza»

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Marotta si è espresso sulla questione stadio descrivendo cosa rappresenta nello specifico lo stesso

Nel corso della sesta edizione dello ‘Sport Talk Industry’, il presidente dell’Inter Giuseppe Marotta è intervenuto parlando del passaggio di proprietà.

LEI HA VISSUTO UN PASSAGGIO DI PROPRIETÀ RECENTE CON OAKTREE, SU CHE COSA SI È CONCENTRATA IN PARTICOLARE LA NUOVA PROPRIETÀ STRANIERA – «Questo cambio è arrivato attraverso una fase di finanziamento che poi si è trasformato nella acquisizione della proprietà. E’ chiaro che oggi, quello che è un sostantivo tanto gettonato è quello della sostenibilità che i proprietari si pongono. Il calcio è passato da un modello di mecenatismo, fino alle gestioni come la proprietà Moratti e Berlusconi. Il primo obiettivo infatti è la sostenibilità che passa dalla valorizzazione delle risorse e del mantenimento dei costi che noi stiamo cercando di fare rimanendo competitivi. In una metafora, il risultato sportivo è la locomotiva che traina tutti gli altri vagoni. Oaktree ci sta sostenendo e con ruoli precisi e deleghe precise mi ritengo soddisfatto. Sono passato da manager a presidente e faccio questo cercando di regalare ai tifosi grandi emozioni».

SUL TEMA STADIO – «Io non ho seguito la vicenda stadio da vicino, ma da presidente non posso esimermi dal dare risposte. E’ normale dire che lo stadio oggi rappresenta degli aspetti che sono importanti come quello di valorizzare il senso di appartenenza di un club, lo stadio è la casa. Rappresenta un fenomeno di aggregazione, ci sono decine di migliaia di persone. Rappresenta un momento di incontro durante la settimana e un asset patrimoniale importante che genera una revenue molto forte. Oaktree ha capito, e quindi è giusto cercare di arrivare a una conclusione. Bisogna dare la possibilità ai tifosi di vivere in uno spazio che li rappresenta».

COSA CHIEDE IL CALCIO ALLA POLITICA? – «Io ho notato la poca considerazione della politica nei confronti del calcio. Il calcio si regge da solo, non abbiamo nessun genere di sconti e siamo un mondo molto autonomo. Cosa vogliamo? Che ci siano leggi ad hoc che favoriscano il nostro sviluppo di sostenibilità. Oggi i mecenati non esistono più, ma esistono fondi che vogliono entrare nel mondo del calcio ma non andare in default. Non andiamo a chiedere niente se non una maggiore considerazione. C’è stato tolto il decreto crescita e tante altre cose. Il ministro Abodi si sta dando da fare ma dobbiamo fare di più. Maggiore considerazione, dobbiamo arrivare al dunque.Siamo in un contesto di forte litigiosità ma legata ai personalismi che sono accentuati troppo. In realtà poi questa dal punto di vista mediatico emerge tra la Lega e la federazione, ma il problema è dialogare con la politica attuale. La federazione ci rappresenta ma non stravolge la vita economica di una società».

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