Toldo: «Parare un rigore è questione di testa»
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Toldo: «Parare un rigore è questione di testa»

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Agli Europei del 2000 Francesco Toldo disinnescò l’Olanda in semifinale grazie alle sue parate; ora racconta cosa vuol dire parare un rigore

Non ha bisogno di presentazioni l’ex portierone dell’Inter Francesco Toldo, che all‘ANSA racconta il meccanismo psicologico che c’è dietro la parata di un rigore:

TOLDO– «Non è questione soltanto di fortuna, quanto di ‘entrare nella testa‘ di chi tira. In fondo, sono tre le possibilità: a destra, a sinistra o al centro. Ci vuole intuizione, e solo con molta esperienza capisci le intenzioni del tiratore. Sono attimi, in cui i due si guardano negli occhi e si mandano messaggi. Altra fase abbastanza ‘basica’ è la lettura del corpo, per intuire dove lui si muoverà. Ci sono ‘linguaggi‘ del corpo che tu come portiere puoi leggere. se stai fermo, riesci a innervosire chi deve tirare. Mi è accaduto con Kluivert – ricorda l’Europeo 2000 – che, visto che non mi muovevo, ha angolato talmente il tiro che ha preso il palo. Lo stesso è successo a Kane, con Lloris fisso in porta e lui che la butta fuori. Sì, è anche questione di centimetri: allargare le braccia, spostarsi, fare atteggiamenti che possano condizionare l’attaccante. Mi ricordo Grobbelaar del Liverpool con la Roma, o Dudek contro il Milan. I portieri sudamericani sono uno spettacolo da questo punto di vista. In fondo – ha concluso – è più facile pararli in partita che in allenamento»

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