Inter, i conti: dopoConte i nerazzurri hanno fatto i salti mortali
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Inter, i conti: dopo l’addio di Conte i nerazzurri hanno fatto i salti mortali

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Tuttosport analizza i conti dell’Inter: ecco come stanno le cose per i nerazzurri dal punto di vista economico

Tuttosport ha analizzato i conti dell’Inter degli ultimi anni:

«L’Inter, tra chi ha chiuso davanti a tutti dal 2019 in poi, ha il deficit più ridotto tra acquisti e cessioni. Il rosso del club nerazzurro è pari ad appena 6 milioni (al netto delle operazioni di settore giovanile, quindi è addirittura possibile che il passivo effettivo sia inferiore): significa che l’Inter nelle ultime sessioni di mercato viaggia sostanzialmente in pareggio. Effetto dell’inversione determinata dalle difficoltà finanziarie di Suning che hanno reso la campagna acquisti dell’estate 2020 l’ultima caratterizzata da una forte propensione a spendere. Da quel momento hanno prevalso le cessioni eccellenti più dei grandi acquisti: Lukaku, Hakimi e Onana per citare le più redditizie. Ogni entrata è stata finanziata da uscite corrispondenti. Le alte grandi hanno chiuso con un deficit molto più pronunciato. Il Napoli -106,4 milioni. La Juventus -168,4 milioni. Il Milan -214,1 milioni. I rossoneri hanno comprato molto meno dei bianconeri (383,6 milioni rispetto a 715,2 milioni), ma ha anche venduto molto meno: 169,5 milioni rispetto a 546,8 milioni. L’Inter ha dovuto cedere addirittura per 431,2 milioni a dimostrazione dei sacrifici necessari per restare in equilibrio, più delle altre recenti scudettate. Beppe Marotta e Piero Ausilio hanno dovuto trovare incastri non facili dovendo fermarsi in alcune aste (emblematico il sorpasso della Juventus su Bremer nell’estate 2022), assistiti nel lavoro sul campo da Simone Inzaghi che ha valorizzato ogni ingresso grazie ai suoi principi di gioco ben codificati. Atalanta e Lazio hanno addirittura un saldo positivo nello stesso periodo: +48 milioni i bergamaschi, +40,5 i toscani.

La Roma si attesta a -16,3 milioni, la Lazio a -59,5 (anche i biancocelesti hanno ceduto molto poco). Questi dati non lascerebbero margini di risposta. L’Inter ha dovuto fare i salti mortali. Poteva essere la più attrezzata per vincere lo scudetto quando c’era Antonio Conte in panchina, ma non da quando c’è Inzaghi al timone. Sull’altro indicatore, da prendere in considerazione per completare il quadro, il divario diminuisce: l’Inter è seconda con 115 milioni di monte ingaggio lordo, dietro solo alla Juventus che comanda anche qui a quota 121,5. Terza la Roma con 102,9. Poi Milan (86), Lazio (73), Napoli (69), Fiorentina (59) e Atalanta (44,9). È l’effetto della strategia di Marotta che ha compensato i vincoli stretti su entrate e uscite con i tesseramenti a parametro zero funzionali alla causa nerazzurra: Calhanoglu, Mkhitaryan e Thuram per citare tre titolari fissi. In questo caso i risparmi sul cartellino vengono scontati in parte a livello di stipendio al giocatore. Lo dimostra la stessa rosa della Juventus dove i più pagati sono i francesi tesserati a scadenza di contratto: Pogba (ingaggio ora congelato a causa la squalifica doping) e Rabiot».

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