Gds, segnali di Lukaku contro l’Udinese: la risalita, i primi passi e la pace con Barella

L’analisi della rosea sulla prestazione offerta ieri sera da Romelu Lukaku nella partita vinta dall’Inter contro l’Udinese

Sulle pagine dell’edizione odierna della Gazzetta dello Sport c’è un articolo a firma di Filippo Conticello sulla prestazione offerta ieri sera da Romelu Lukaku in occasione di Inter–Udinese. Il belga ha siglato la rete dell’1 a 0 su rigore, realizzando il suo secondo gol in stagione (che mancava dal 13 agosto).

Romelu si sblocca, San Siro si inchina, con Barella è pace.

E gira e rigira, e tira e ritira, prima o poi doveva entrare. Ieri Romelu Lukaku ha riprovato quella dolce sensazione che danno le cose antiche, ha sentito l’urlo di San Siro dopo un suo gol in campionato. Non succedeva dal 23 maggio 2021, ultima partita della prima vita interista: quel giorno mostrò liturgicamente la coppa dello scudetto a un intero popolo costretto dal covid fuori dallo stadio, per poi salire qualche settimana dopo su un aereo direzione Londra. Siccome quando c’è di mezzo l’Inter il destino fa sempre strane acrobazie, anche quella volta si giocava contro l’Udinese, sparring partner dell’armata di Conte. Rom ha aspettato 635 lunghissimi giorni per ritrovare i friulani qui in casa e per togliersi questo sfizio che sa pure di liberazione […].

La risalita

Il modo in cui ieri Romelu ha fatto saltare il tappo è a suo modo emblematico di questa sua ostinata ricerca: prima con un cross caparbio dalla destra ha innescato l’azione da cui è nato il rigore e poi, ancora prima che l’arbitro andasse al Var, ha stretto forte tra le mani il pallone come farebbe un bambino col suo giocattolo preferito. Era così grande il desiderio di segnare che il primo tiro dal dischetto è stata una timida telefonata a Silvestri […]. Ancora una volta è venuto in soccorso il Var e per sua fortuna Rom ha potuto calciare di nuovo, stavolta senza fallire. Nel mentre la Nord scandiva il suo nome, come ai bei tempi in cui si autoproclamava re di Milano: il gigante ha bisogno anche di queste coccole per tornare in sé. E pure di un po’ di calma: ieri non ha urlato all’amico sbracciante Barella («Se devo scegliere un giocatore per andare in guerra, dico Nicolò: è uno dei migliori compagni che ho avuto», ha anzi detto ieri prima del match)

Primi passi

Nella seconda avventura nerazzurra in A Rom aveva segnato solo prima di Ferragosto, al secondo minuto del debutto salentino, mentre nella sua casa, qua a San Siro, il gol mancava dal 26 ottobre: era Champions, c’era l’umile Plzen davanti. Da allora il belga ha continuato a fare su e giù sulle montagne russe, passando pure dal Qatar, fin quando anche l’ultimo strascico di infortunio è stato superato. Se quella di ieri è solo la terza rete stagionale è perché la rimessa in forma è stata molto complicata. E in più rispetto al passato Rom ha un avversario nuovo per il ruolo di centravanti principe: Edin Dzeko, che ieri ha fatto coppia con lui, ha dato affidabilità nelle notti di gala assieme a Lautaro, in gol dopo la pausa genovese […]. Lukaku si è comunque sbloccato in zona gol, ed è già qualcosa, ma basterà questo per ridargli una maglia nella notte dell’anno contro il Porto? Il nostalgico Romelu preferirebbe il ritorno in pianta stabile della Lu- La, che ieri al Meazza non si sono dati il cambio, ma sono comunque tornati a segnare nella stessa partita. Mai successo in stagione, l’ultima volta fu in quel famoso 23 maggio 2021, la vecchia passeggiata contro l’Udinese: ecco di nuovo il destino interista che sempre ritorna.