Dzeko-Mkhitaryan, esperienza al potere: la vince Inzaghi con le scelte. Milan-Inter 0-2
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Dzeko-Mkhitaryan, esperienza al potere: la vince Inzaghi con le scelte. Milan-Inter 0-2

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L’Inter batte il Milan per 0 a 2 all’andata delle Semifinali di Champions League: in gol Dzeko e Mkhitaryan in soli tre minuti

Edin Dzeko ed Henrikh Mkhitaryan sono stati i mattatori di un’Inter esaltate, che ha battuto il Milan all’andata delle Semifinali di Champions League con un ‘uno-due’ devastante nei primi minuti di gara. Una vittoria di squadra, di gruppo, di carattere. Una vittoria di Inzaghi. Frutto del lavoro e delle sue scelte.

Solo 3 min

Nel 2005 i Negramaro cantavano il loro brano dal titolo “Solo 3 min”. Gli stessi minuti che sono bastati ai nerazzurri per portarsi in vantaggio di due reti nell’euroderby, la partita più importante della stagione. L’inizio della canzone della band italiana recita: «Tre minuti, solo tre minuti per parlarti di me». L’Inter in tre minuti riesce a parlare (e far parlare) di sé. Dimostra la propria forza ad un avversario che reagisce a fatica, incredulo. Dimostra il proprio valore davanti ai 75.532 spettatori di San Siro (di maggioranza rossonera) e davanti ai milioni di tifosi e amanti del calcio che da tutte le parti del Mondo si sono collegati per assistere a questo attesissimo derby. Sono esattamente tre i minuti che passano da una rete all’altra. La prima all’8′, a firma di Edin Dzeko. Il bosniaco elude la marcatura di Calabria e si avventa col piattone su un corner calciato magistralmente da Calhanoglu (che non è nuovo a fare assist contro la sua ex squadra). Palla che si insacca sotto la traversa e Maignan battuto. I nerazzurri sentono l’odore del sangue di un avversario sotto shock, e lo trafiggono per la seconda volta all’11’. Stavolta è Mkhitaryan a realizzare la rete, sfruttando l’assist di Dimarco che taglia in due la difesa milanista e la coglie impreparata.

Esperienza al potere

Dzeko e Mkhitaryan: i due autori dei gol sono anche stati i migliori in campo al termine della partita. Ma la loro prestazione è andata ben al di sopra delle sole marcature, seppur pesanti. Al termine dei 90 minuti la Uefa ha premiato l’armeno come MVP del match. Il centrocampista è stato l’uomo in più della squadra di Inzaghi in tutte le parti del campo. Ha saputo accompagnare le azioni offensive dei compagni, chiuderle in rete (come fatto all’11’), ma anche interrompere le ripartenze avversarie, facendosi trovare sempre al posto giusto al momento giusto. Sulla sua carta d’identità c’è scritto 34 anni: 21 gennaio 1989. Su quella di Edin Dzeko, suo compagno anche ai tempi della Roma, c’è scritto addirittura 37 anni: 17 marzo 1986. Il numero 9 nerazzurro ha danzato nella metà campo avversaria, talmente eleganti sono stati i suoi movimenti utili a sviluppare le manovre offensive della squadra. Non a caso il suo soprannome è il Cigno di Sarajevo. Un cigno che sa essere anche concreto, fare a sportellate per difendere il pallone, per conquistarsi delle punizioni. E poi quel gol dello 0 ad 1, da far vedere nelle scuole calcio (così come tutta la sua partita).

La vittoria di Inzaghi

Non sarà stato facile per lui sorbirsi le critiche di una piazza che spesso sa essere un po’ troppo umorale. Non sarà stato facile per lui avere la forza di continuare a credere nel proprio lavoro, nella propria squadra e nelle scelte che lo hanno portato fino ad ora ad essere tra le migliori quattro squadre d’Europa. Undici sconfitte in campionato sono troppe e vanno analizzate. Ma il processo in pubblica piazza a cui è stato sottoposto Simone Inzaghi non rende onore al cammino fatto dalla squadra in questi due anni, su tutte le competizioni. Questo derby è la vittoria di Inzaghi su Pioli: partita preparata alla perfezione, condotta con caparbietà e conclusa con intelligenza. Ed è la vittoria del tecnico nerazzurro anche (o soprattutto) per le scelte di formazione, che gli hanno dato ragione dopo appena undici minuti dal fischio d’inizio. Dzeko e Mkhitaryan, i due calciatori scelti per cominciare il match dal primo minuto, in opposizione alle richieste ed ai pensieri della maggior parte di tifosi e addetti ai lavori, i quali non avrebbero rinunciato per nessuna ragione a Lukaku e Brozovic dal 1′. Invece ha avuto ragione lui e si è portato a casa il primo round dell’euroderby, assicurandosi un importante vantaggio per il ritorno che ci sarà tra 6 giorni. Ma prima il Sassuolo, perché c’è un posto Champions da consolidare e conquistare, per poter rivivere anche l’anno prossimo serate così.

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