Dimarco: «Rimonta scudetto possibile. L'Inter una droga, Lukaku e Skriniar...»
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Dimarco: «Rimonta scudetto possibile. L’Inter una droga, Lukaku e Skriniar…»

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Dimarco: «Rimonta scudetto possibile. L’Inter una droga, Lukaku e Skriniar…». Queste le parole dell’esterno nerazzurro

L’esterno dell’Inter Federico Dimarco si è raccontato alla Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole:

DOPPIETTA A SAN SIRO – «È stata un’emozione, ma non mi sono fatto un regalo da solo, il regalo è di tutta la squadra perché, al di là della doppietta, abbiamo vinto insieme ed è ciò che conta».

ALTALENA DI RISULTATI – «È giusto che la gente critichi per le 5 sconfitte in A, che sono troppe, ma mancano tante partite. E, tralasciando il Napoli che ora sta benissimo, le altalene le hanno anche le altre: siamo tutte lì, non è solo e sempre l’Inter in crisi…».

RIMONTA SCUDETTO – «La Juve una volta ha già rimontato 11 punti… E poi pensiamo all’anno scorso: eravamo a +8 e poi abbiamo visto come è finita. Può succedere di tutto, nel calcio non si sa mai. Non sarà facile, ma posso dire che daremo il 100% per arrivare più in alto possibile».

SCONFITTA CON MILAN O JUVE«La sconfitta col Milan, e mi è davvero difficile dirlo…, è stata meritata. Con la Juve no: l’avevamo in mano, non ci hanno certo dominato. Ma ci prendiamo le nostre responsabilità perché abbiamo perso per colpa nostra».

PORTO – «Non era la più facile, non esiste “la più facile”. Era la migliore da pescare, quello sì. Ma dovremo affrontarlo al massimo come fosse il City o il Chelsea».

PAROLE DI ROBERTO CARLOS – «Certo, è bello sentirlo dire da un giocatore che ha fatto la storia del calcio, nel mio stesso ruolo poi».

ESPERIENZE IN PRESTITO – «Quando esci dal settore giovanile, devi fare i tuoi i step di crescita. Io penso di averli fatti e di essere arrivato all’Inter, per restare, al momento giusto. Se sono diventato il giocatore che sono, devo ringraziare tutti i tecnici che ho avuto. Ma uno su tutti…».

JURIC – «Mi ha formato al 100%, in tutto per tutto. Mi ha completato, nel fisico, nel ruolo. E soprattutto nella testa, parlo del modo di approcciare le partite e di restare sempre concentrato».

NAZIONALE – «Quelle gare mi hanno dato una mano: arrivavamo da un periodo non buono e ho approfittato della sosta per staccare e concentrarmi su ciò che non funzionava. Quando sono tornato, avevo la mente più libera: lì ho svoltato».

PRESSIONE – «Beh, a pesare sono altre cose. Il fatto di scendere in campo con lo stemma dell’Inter sul cuore è, semplicemente, la cosa più bella del mondo. Né più né meno».

DNA INTERISTA – «Io posso raccontarvi solo del mio tifo che nasce in famiglia: neanche ricordo la prima a San Siro, avrò avuto tre anni. Da lì ho iniziato a seguire l’Inter ed è diventata, in senso buono, una droga. La mia passione. Giocavo il sabato o la domenica mattina, poi dritto allo stadio. L’ultimo anno in cui ho frequentato tanto era il ‘10: col Barça in semifinale ero al primo verde, mai visto il Meazza vibrare così».

FINALE A MADRID – «Lasciamo stare… Avevo un torneo, non sono potuto andare. Troppo facile dire che, un giorno, una finale di Champions vorrei giocarla io con questa maglia».

AMICIZIE IN SQUADRA – «Con tutti, siamo veramente un bel gruppo. Se dovessi fare dei nomi, direi Barella, Bastoni, Skriniar, Cordaz, Handa, Darmian, Acerbi, Brozo, Dzeko, Micki… E Lukaku che batto sempre alla play».

LUKAKU – «Chi ha avuto così tanta voglia di tornare, ha molto da dimostrare ai compagni e alla gente. Però pure Dzeko, Lauti e Correa stanno facendo bene».

SKRINIAR – «Parlo di tutto con lui, tranne che di questo. Sono scelte sue. Deve stare tranquillo perché è fortissimo. Ha dimostrato sul campo quanto sia decisivo per noi».

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