Caso Acerbi, l'avvocato Novazio spiega: «Conta quanto detto, non l'intenzione»
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Caso Acerbi, l’avvocato Novazio spiega: «Conta quanto detto, non l’intenzione»

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L’avvocato esperto di diritto sportivo Cristiano Novazio ha commentato il caso Acerbi Juan Jesus, inerente le accuse di razzismo

Ai microfoni di Tuttosport, l’avvocato esperto di diritto sportivo Cristiano Novazio spiega i vari passaggi del caso Acerbi e cosa succederà nei prossimi giorni al nerazzurro.

CASO ACERBI – «Innanzitutto bisogna sottolineare che, per applicare con il giusto rigore l’articolo 2 dello Statuto Figc e l’articolo 28 del Codice di giustizia sportiva Figc in tema di lotta al razzismo e ogni forma di discriminazione, è stato stabilito che vale la percezione oggettiva dell’insulto senza alcuna valorizzazione dell’elemento soggettivo: è sufficiente che l’offesa sia in sé percepibile come razzista e discriminatoria»

RAZZISMO – «In questo ambito i criteri sono più rigidi, al contrario, per esempio, della condotta violenta dove, invece, rileva l’intenzione del giocatore di arrecare danno all’incolumità dell’avversario. Recentemente proprio con questa distinzione siamo riusciti a ottenere uno sconto di pena da tre a due giornate per un giocatore autore di una gomitata. Abbiamo dimostrato che non c’era intento lesivo e la condotta violenta è stata derubricata in gravemente antisportiva»

LE INTENZIONI NON CONTANO? «Esattamente, perché siamo in un ambito di oggettivazione della condotta. Conta quello che ha detto, non l’intenzione con cui l’ha fatto»

ATTENUANTI ALLA SQUALIFICA DI 10 GIORNATE – «Il fatto di avere chiesto scusa, come riconosciuto dallo stesso Juan Jesus a fine partita. Anche se le dichiarazioni di Acerbi del giorno dopo suonano un po’ come una marcia indietro»

DIFESA DI ACERBI – «Difficile esprimersi non avendo esaminato gli atti del procedimento. Di certo vi sono una serie di elementi combinati che rendono particolarmente complessa la difesa del calciatore. Ma tutto può succedere, anche che venga dimostrato che Acerbi abbia detto una frase diversa, come oggi sembra sostenere»

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