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Capello punge Inzaghi: «Non capisco perché Frattesi non possa giocare nell’Inter. E ho il sospetto che…»

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Capello punge Inzaghi: «Non capisco perché Frattesi non possa giocare nell’Inter. E ho il sospetto che…». Le dichiarazioni dell’ex tecnico

Fabio Capello, ex allenatore, parla così del momento dell’Inter di Simone Inzaghi

PAREGGIO COL BOLOGNA – «L’Inter non ha pressato, anzi è stata pressata. Si è messa in difesa, aspettando l’ora del contropiede. È qualcosa di nuovo per la squadra di Inzaghi, mai vista così passiva nel recupero palla al limite dell’area. Così è arrivato il gol di Lautaro, molto bello, ma in generale mi è sembrata un’Inter molto diversa da quella che ricordavamo e aspettavamo, dalla squadra che di solito aggredisce alta e tiene la palla».

CONDIZIONE FISICA – «Qualche sospetto ce l’ho… Tutte quelle che hanno giocato a Riad non sono brillanti come erano in precedenza. Basti guardare proprio Atalanta e Inter, le due che correvano di più prima della Supercoppa e ora tirano un po’ il fiato».

RISERVE NON ALL’ALTEZZA? – «La verità è che ci sono dei giocatori fondamentali, anche perché fanno giocare bene tutti gli altri, titolari o riserve che siano. Mi riferisco, soprattutto, a Calhanoglu e Mkhitaryan. Quando non ci sono loro, gli altri che devono “comandare” vanno in difficoltà. Asllani dopo tre anni di Inter lascia ancora qualche perplessità: ci si illude che possa giocare stabilmente al posto di Calha, ma il turco è di un’altra categoria. Taremi, invece, non riesce a far vedere quanto fatto in Portogallo: qui non conclude, non è incisivo. Zielinski ce lo ricordavamo nel Napoli dello scudetto, ma anche lui sembra molto diverso».

DUE SQUADRE – «Sarebbe una sciocchezza immaginare un’Inter 2 con la stessa forza dell’Inter 1: le volte in cui Inzaghi ha fatto giocare le seconde linee, spesso si è salvato per il rotto della cuffia. Finché c’era freschezza atletica, tutto veniva mascherato e andava bene. Adesso che sono meno freschi, si vedono difficoltà nell’impostazione delle partite. Soprattutto contro un Bologna aggressivo e vivo»

TURNOVER – «Adesso è stato obbligato a farlo per gli infortuni, ma in generale sono dell’idea che il turnover vada sempre fatto in maniera non troppo esagerata, come a volte è capitato ad Inzaghi in passato. Soprattutto in Champions, dove evidentemente pensava fosse più facile. Bisogna far ruotare i giocatori, è vero, ma sempre all’interno di un nucleo che conservi la propria identità. E l’identità la danno solo i calciatori di maggior spessore. Ci sono degli insostituibili? Non direi così… Ma è anche vero che l’unico che col Bologna ha veramente giocato da Inter, a tutto campo e con intensità, è stato non a caso Barella. Lautaro e Thuram hanno fatto la loro parte, Dumfries ha corso molto, ma tutto in maniera sporadica e senza continuità».

SECONDE LINEE E FRATTESI – «Serve orgoglio, bisogna giocare con la giusta voglia. Magari oggi abbiamo dubbi sulle riserve dell’Inter, ma col tempo questi stessi calciatori ci smentiranno. Intanto, però, io non capisco una cosa… Non capisco come Frattesi non possa giocare nell’Inter. È uno che cambia il ritmo, che fa spesso gol, che è titolare in Nazionale: io gli avrei dato un po’ più di fiducia. Per me uno così può decisamente partire dall’inizio anche in questa squadra».

DOVE INTERVENIRE SUL MERCATO – «A gennaio in giro trovi sempre pochino, ogni intervento in questa finestra deve essere ponderato con attenzione. Io mi concentrerei solamente su quelli che ci sono adesso, anche pensando a quanto successo nella scorsa sessione estiva: avevamo parlato di un grande mercato dei nerazzurri per le aggiunte di qualità dietro ai titolari, ma finora quegli innesti non hanno ancora espresso il loro valore».

FATICA NEGLI SCONTRI DIRETTI – «Forse la vera Inter era quella vista nel finale del primo tempo del Milan, prima di subire la rimonta. In generale, non gioca con la stessa intensità alla quale ci aveva abituato. In questa fase del campionato è più passiva e dovrà interrogarsi proprio sul perché ciò stia accadendo».

SFIDA IL NAPOLI – «Che il Napoli possa essere la squadra più fresca e pericolosa non c’è il minimo dubbio, ma la forza di Conte non è nel riposo, ma nell’equilibrio e nel fatto che non prenda gol. L’Atalanta ha momenti di stanca, ma ancora non la tiro fuori dalla lotta scudetto: deve recuperare più di un giocatore ed è un gruppo di uomini messi dall’allenatore sullo stesso livello. Tutti sono importanti, senza stelle e gelosie».

COSA FARA’ LA DIFFERENZA – «Che i giocatori più validi restino fisicamente integri. E poi che il turnover sia… super ragionato. All’inizio di una partita, quando decidi di far riposare qualcuno, puoi metterne dentro due nuovi. Tre, se si vuole esagerare. Ci sono dei meccanismi che funzionano quando non viene alterato il livello dei giocatori. Questo vale anche e soprattutto all’Inter: pensavamo che dietro ai titolari Inzaghi avesse una coperta di cachemire e, invece, era solo di lana…».


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