GdS- Inter: Nicolò Barella, anima e corpo nerazzurro
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GdS- Inter: Nicolò Barella, anima e corpo nerazzurro

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La Gazzetta dello Sport propone un focus sulla notte magica di Nicolò Barella con l’Inter nella vittoria contro il Benfica

Con la firma di Filippo Conticello, la Gazzetta dello Sport si concentra sulla prestazione stellare di Nicolò Barella con la maglia dell’Inter, nella magica notte a Lisbona contro il Benfica:

BARELLA-

I 172 centimetri di felicità di Nicolò Barella sono quelli di tutto un popolo, che aspettava questa notte incantata come pioggia nel deserto: voleva levarsi di dosso la negatività dell’ultimo periodo, ora sogna a occhi aperti di finire la stagione in gloria.

Quei centimetri sono la reazione al destino dell’intera Inter che, con l’exploit del suo gioiellino di centrocampo, ha voluto ribadire un vecchio assunto che non andrebbe mai dimenticato: quando c’è il nerazzurro di mezzo, può succedere davvero di tutto.

Perfino un piccoletto di un metro e 72 può salire in alto senza vertigine e realizzare il primo gol della carriera di testa. Il tutto nella partita più delicata e importante dell’anno.

DESTINO NERAZZURRO-

Tra tutti i modi in cui poteva segnare l’azzurro, questo è davvero il più impensabile: non un’incursione di piede, come quelle che gli riuscivano a inizio stagione, ma uno stacco imperioso.

D’accordo, era solo soletto su un pallone docile messo lì dal sinistro dell’amico Bastoni, ma il piccolo Nicolò è scattato come una molla per dare la testata.

Non sarà la sua specialità, ma poco importa perché in questa notte tutto sembra andare alla rovescia: pensi a un’Inter come quella del campionato, prigioniera delle proprie paure e dei propri limiti, e la ritrovi invece coraggiosa e spavalda in questo catino rosso che è la tana delle aquile del Benfica. E lo specchio di questa metamorfosi è proprio il numero 23 che, come molti compagni, era sembrato declinante nell’ultimo tratto di strada.

Contrordine: quando in pochi ci credevano, ha tirato fuori tutte le energie di cui è dotato, ha estratto orgoglio e coraggio fino all’ultima goccia. L’azione del gol è solo un momento all’interno della sua partita “totale”, da tuttocampista che sradica palloni dai piedi dei palleggiatori portoghesi e poi cerca la ripartenza offensiva: quanto sia mancata all’Inter la sua dinamo di fabbricazione sarda lo si è capito nelle due fasi di gioco viste qua a Lisbona.

E, in più, Nicolò ha giocato in un’ambiente assai complesso con la calma olimpica che hanno solo i grandi: nessuna sbracciata a lamentarsi con i compagni, nessuna protesta esagitata, solo concentrazione maniacale per tutta la partita.

A volte in passato aveva fatto dubitare di essere leader e, invece, Nicolò lo è per una ragione essenziale: alza il livello del suo calcio nei grandi teatri, nelle sfide in cui gli altri tremerebbero.

RIPARTENZA-

Nicolò aveva iniziato la stagione sparato come un razzo, moltiplicando gli assist e i gol: ne aveva segnati 5 nelle prime 12 di A, come mai gli era riuscito prima. Poi, pian piano, i tanti minuti sulle gambe si erano fatti sentire e pure i nervi erano risaliti a fiori di pelle, vedi la lite di Marassi con Lukaku.

Nelle ultime partite, non a caso, era stato spesso sostituito da Inzaghi, poi ecco spuntare questa notte portoghese che cambia il colore della stagione nerazzurro: il primo gol di testa della vita di Barella è pure il suo settimo tra campionato e coppe finora.

È ufficiale, questa è la sua miglior annata realizzativa in carriera tra Serie A e Serie B. Se volessimo restringere il campo al nostro orticello, è uno dei cinque centrocampisti del campionato italiano ad aver segnato almeno sette gol e fornito almeno sette assist.

La compagnia è di livello – Di María, Milinkovic- Savic, Zielinski e Zaccagni -, ma Nicolò rispetto a loro vede più in là: tra una corsa e l’altra, all’orizzonte scorge davvero un derby in semifinale di Champions.

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