Ze Maria dice la sua: «Mancini un grande allenatore»
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Ze Maria dice la sua: «Mancini un grande allenatore. Dimarco? Mi piace, ma ai terzini di oggi manca quella cosa»

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L’ex calciatore dell’Inter, Ze Maria, ha parlato del suo allenatore in nerazzurro, Roberto Mancini, e del ruolo del terzino nel calcio di oggi

Protagonista della nuova puntata di “Storie di Serie A”, Zé Maria, ex terzino brasiliano con un passato anche nell’Inter, ha condiviso i ricordi della sua esperienza italiana. Ha definito Roberto Mancini, suo tecnico alla Beneamata per due stagioni, un “grande allenatore”, ricordando i successi ottenuti in quel periodo (due Coppe Italia, una Supercoppa e uno Scudetto) con una squadra che non vinceva da tempo.

Ripercorrendo la sua carriera da allenatore, Zé Maria ha indicato come sua “vittoria più grande” non un trofeo, ma l’aver lanciato giovani talenti nelle nazionali giovanili in Romania e Kenya.

Infine, ha analizzato l’evoluzione del suo ruolo. Secondo il brasiliano, oggi si vedono pochi terzini capaci di arrivare sul fondo e crossare con precisione sulla testa dell’attaccante, come facevano campioni del calibro di Cafu, Roberto Carlos o Maicon. Ha comunque elogiato i brasiliani Dodô e Wesley, e in particolare l’esterno del club meneghino Federico Dimarco, definito un “ottimo terzino”, pur sottolineando questa differenza di caratteristiche rispetto al passato.

SU MISTER MANCINI – «Un grande allenatore. Era una squadra che non vinceva da tanti anni, abbiamo vinto due Coppe Italia, una Supercoppa e uno Scudetto in due anni».

LE MIE ESPERIENZE DA ALLENATORE IN 5 PAESI DIVERSI – «La mia vittoria più grande è stata quando sono riuscito a mandare quattro ragazzini nella Under 21 della Romania quando allenavo lì. Non avevo vinto nulla rispetto agli altri Paesi, ma questa è stata la mia più grande vittoria. Oggi uno dei ragazzini che ho lanciato in Nazionale in Kenya ne è diventato il capitano».

SUI TERZINI DI OGGI – «Ne vedo pochi; gente come Cafu, Roberto Carlos o come Maicon, che arrivava sul fondo e crossava, ne vedo pochissima. In Italia ci sono Dodò e Wesley che fanno parte della Nazionale, mi piacciono molto e possono crescere. Poi c’è Federico Dimarco che è un ottimo terzino, ma ai terzini oggi manca la caratteristica di arrivare sul fondo e mettere la palla sulla testa dell’attaccante, non metterla in mezzo che è una cosa differente».

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