Hanno Detto
Volpi, il medico dei campioni svela: «Zanetti indistruttibile, Ronaldo fu doloroso. Kanu una vittoria umana»

Volpi ha ripercorso storie, infortuni e valori del club in un’unica, intensa testimonianza concessa a La Repubblica
Volpi ha condiviso il racconto di un’epoca del calcio nerazzurro vissuta dietro le quinte, tra ambulatori, spogliatoi e decisioni che hanno inciso su carriere e destini umani. Piero Volpi, storico responsabile dell’area medica dell’Inter, ha ripercorso la sua lunga esperienza in un’intervista a La Repubblica, offrendo uno spaccato che va oltre la medicina sportiva e tocca il cuore del club.
Dai primi passi di Giuseppe Marotta nel mondo del calcio fino ai campioni simbolo dell’Inter, Volpi racconta un percorso fatto di competenza, empatia e valori. Un filo rosso che lega generazioni diverse e restituisce l’immagine di un’Inter vissuta come famiglia.
MAROTTA E GLI INIZI – «Conobbi Marotta a Varese: era il factotum. A 15 anni era già d’aiuto per i magazzinieri, per il fisioterapista, per il segretario. Sapeva fare tutto, anche piantare i tacchetti nelle scarpe con martello e chiodi».
IL CALCIATORE VOLPI – «Ho cominciato da mezzala, ma presto sono passato libero. Il modello erano Scirea e Turone, difensori tecnici e liberi da compiti di marcatura. È un ruolo estinto».
IL FUORIGIOCO PRIMA DEL VAR – «Giocavamo contro la Juve. Lasciatemi illudere del fatto che Franco Baresi abbia imparato da me quel gesto. Al tempo il Var eravamo noi: l’importante era non esagerare».
IL COMPAGNO MEDICO IDEALE – «Aldo Serena. È una persona eccezionale, per sensibilità ed empatia sarebbe stato anche un bravissimo pediatra».
ZANETTI INDISTRUTTIBILE – «Quelli come lui sono una rarità. Lo paragono a Vierchowod: un mix di genetica, professionalità e conoscenza del proprio corpo per prevenire gli infortuni».
RONALDO E IL DOLORE – «Gestire il ginocchio di Ronaldo fu doloroso anche per noi. Le tecniche diagnostiche e chirurgiche non erano quelle attuali. Campioni come lui o Van Basten avrebbero avuto carriere più lunghe».
IL CASO KANU – «Arrivò dall’Ajax senza che il suo cuore fosse mai stato testato. Aveva un’alterazione importante. Lo tenemmo con noi, lo facemmo curare e finì la carriera in Premier League. Una soddisfazione enorme. Tutto grazie alla bontà di Moratti».
MORATTI E I VALORI – «Ha fatto la storia dell’Inter. Per i giocatori era come un padre, il club era una famiglia. Aveva ben chiaro che nel calcio i tifosi ripongono molti dei loro sogni».
L’intervista di Piero Volpi restituisce l’immagine di un’Inter che ha saputo unire scienza e umanità, rigore e sensibilità. Inter Volpi diventa così il manifesto silenzioso di un modo di lavorare e di vivere il calcio, dove la salute dell’uomo viene prima del risultato e dove le vittorie più grandi, a volte, non si misurano in trofei.