Supercoppa Inter, Akanji collezionista di trofei: a Riad per completare l’opera

Supercoppa Inter, Akanji insegue l’unico titolo che manca: esperienza e lucidità per la rivincita dell’ex Manchester City

Manuel Akanji è arrivato a Riad con un’idea ben chiara in testa: aggiungere un altro tassello alla sua personale collezione di trofei. Nella sua “galleria” ci sono già tre quadri marchiati dalla parola Super: Supercoppa di Germania, Supercoppa Europea e Community Shield inglese. All’appello manca solo la Supercoppa Italiana, l’unico titolo che non figura ancora nel suo palmarès.

All’Inter lo hanno voluto per questo: non per una curiosa specializzazione statistica, ma perché Akanji è un vincente certificato, un difensore abituato alle partite che contano, capace di portare stabilità e calma nei momenti decisivi. Qualità fondamentali in una competizione che, per i nerazzurri, rappresenta una grande occasione di riscatto dopo la delusione della finale di gennaio, con il sorpasso del Milan e il valzer targato Sergio Conceição.

In un gruppo ancora scottato da quell’epilogo, la lucidità diventa una risorsa preziosa. Ed è proprio questo che Chivu chiede ai suoi uomini di maggiore esperienza: essere una sorta di tettoia sotto l’acquazzone emotivo che accompagna le partite da dentro o fuori. Akanji, in questo senso, è uno dei punti di riferimento.

Il contesto saudita non è nuovo per il centrale svizzero. Nei giorni scorsi ha ritrovato un Paese che conosce bene, dove aveva già vissuto uno dei momenti più intensi della carriera: la vittoria della Champions League a Istanbul contro l’Inter, seguita dal successo nella Coppa Intercontinentale a Gedda, sul Mar Rosso. Ricordi forti, che rendono questa Supercoppa ancora più simbolica.

Ora l’Inter spera che quella mentalità vincente possa fare la differenza. Perché la Supercoppa non è solo un trofeo: è un segnale, un cambio di passo, un modo per smettere di arrivare vicino agli obiettivi e lasciarli agli altri.