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Il poker di Inzaghi sveglia l’Inter e ora c’è una certezza per il tecnico

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Inzaghi sveglia l’Inter con un poker di cambi ma il tecnico ora ha una certezza per la sua squadra

Minuto 57 del secondo tempo: Inzaghi decide – dopo un consulto con i suoi collaboratori – di rivoltare l’Inter come un calzino e cambiare quattro giocatori contemporaneamente. Fuori gli spaesati Calhanoglu e Correa insieme ai dannosi Dumfries e Bastoni. Dentro Vidal, Darmian, Dzeko e Dimarco per dare nuova linfa ed energia ad una squadra che – fino a quel momento – sembrava spenta e in palese difficoltà.

La mossa di Inzaghi ottiene l’effetto desiderato visto che un giro di orologio dopo Dzeko agguanta il pari su un bellissimo assist di Perisic. Dopo il gol del pareggio, i nerazzurri sono investiti da nuovo entusiasmo e forze: azzannano gli avversari, pressano a tutto campo e recuperano palloni. Tutto quello che non è successo nella prima ora di gioco. Il rigore realizzato da Lautaro (e guadagnato da Dzeko) è una logica conseguenza del cambio di marcia dell’Inter, che con grande fatica e sofferenza arriva alla sosta delle nazionali con una vittoria fondamentale.

La certezza con la quale Simone Inzaghi esce dal Mapei Stadium ha un nome e un cognome preciso: Edin Dzeko. Al momento c’è un Inter con lui e una senza di lui. Non va spremuto, perché l’età è quella che è, ma ora il club nerazzurro non può davvero farne a meno. Correa è ancora molto lontano dalla sua migliore condizione fisica e (anche) per questo che il bosniaco non partirà più dalla panchina nelle prossime uscite. L’ex Roma è troppo importante per i meccanismi offensivi di Inzaghi e anche se non ha ancora graffiato in Europa, in Italia è partito a razzo: 6 gol in 7 partite, come un certo Ronaldo nel 1997-1998. Mica male, no?

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