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Salsano rivela: «Ibrahimovic il più difficile da gestire, ecco a chi sono rimasto legato»

Le parole di Fausto Salsano, ex vice allenatore, sulla situazione attuale dell’Inter dopo questo inizio di stagione. Tutti i dettagli in merito
Fausto Salsano, ex vice allenatore di Roberto Mancini all’Inter, ha parlato a La Gazzetta dello Sport.
LAVORO CON MANCINI – «Siamo stati un tutt’uno. Prima da giocatori, alla Samp, e poi tra Inter, City, Zenit, Galatasaray, Nazionale e in Arabia, ma ora mi piacerebbe allenare da solo. Siamo come due fidanzati che si lasciano dopo tanto tempo. Continueremo a volerci bene. Negli anni ho avuto molte richieste, compresa una di Mihajlovic a Bologna, ma sono rimasto insieme a Roberto».
LA SCINTILLA – «In campo. Alla Samp, quando non gli arrivava la palla giusta, ti prendeva di mira, ma con me non attaccava. Anche da vice, a volte, mi dava la delega di andare a parlare coi presidenti. Sono bravo nei rapporti con gli altri».
IL PIU’ DIFFICILE DA GESTRE – «Direi Ibrahimovic. Se l’Inter ha vinto lo scudetto del 2008 lo deve anche a me. Prima di quei due gol a Parma ci siamo allenati insieme tutta la settimana. Veniva da un infortunio. “Dì a Mancini che sto con te”, sentenziò. Solo io e lui per cinque giorni, fino a venerdì. “Ma pensa di non allenarsi mai con la squadra e di giocare?”, disse Roberto. Lo convinsi a fare la partitella, ma in pullman Ibra mi disse che sarebbe partito dalla panchina. Diluviava, la Roma andò in vantaggio, noi a fine primo tempo eravamo 0-0. “Non voglio entrare”, diceva. “Ti do un calcio se non lo fai…”, rispondevo. Così per tutto il riscaldamento. Il resto è storia: entrò dopo 10 minuti, segnò due gol e uno di questi li dedicò a me».
A CHI E’ LEGATO – «Veron, Zanetti, Figo, Adriano. Un campione di cristallo. Correvamo nei boschi o nel campo da golf. Ne aveva bisogno per sfogarsi. La morte del padre l’ha distrutto. “Sono stanco”, diceva. Sono stati magici. E sento nostro anche lo scudetto che chiamano “di cartone”».