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Salah, crisi senza ritorno: ribellione pubblica, Liverpool spaccato e addio sempre più vicino

Salah non scenderà in campo contro l’Inter! La situazione dell’egiziano in uno dei momenti più delicati della propria carriera
È sempre doloroso assistere al declino di un grande campione, ma viverlo in prima persona lo è ancora di più. Mohamed Salah sta attraversando uno dei momenti più delicati della sua carriera al Liverpool: relegato in panchina per tre partite consecutive, due senza neppure entrare in campo, l’attaccante egiziano ha visto sgretolarsi certezze costruite in anni di dominio tecnico e leadership assoluta. La rottura definitiva è arrivata dopo il pareggio per 3-3 contro il Leeds, quando si è presentato in zona mista pur senza essere sceso in campo.
SFOGO PUBBLICO – «Non aveva mai parlato così a lungo alla stampa britannica in oltre otto anni di carriera al Liverpool», sottolinea The Athletic, certificando un atto senza precedenti nella storia recente dei Reds. Una mossa che ha scatenato una vera tempesta mediatica in Inghilterra.
Il tempismo dell’uscita è stato giudicato disastroso.
ATTACCO ALL’ALLENATORE – «Il Liverpool è troppo furbo per tenere Mo Salah: è ora di venderlo. La decisione calcolata dell’egiziano di minare l’autorità di Arne Slot nel bel mezzo della crisi facilita il compito ai proprietari», scrive The Times, puntando il dito contro l’attaccante e difendendo la posizione di Arne Slot.
Secondo The Athletic, la frattura è ormai totale.
GUERRA INTERNA – «Come se il Liverpool non avesse già abbastanza problemi dopo soli otto punti negli ultimi trenta disponibili, ora infuria una guerra civile tra uno dei più grandi giocatori della storia del club e un allenatore che lotta per salvare il posto. Il comportamento di Salah è egoista e irrispettoso».
Il crollo tecnico accompagna quello caratteriale. Dopo una stagione da 34 gol e 23 assist, culminata nel rinnovo biennale nonostante i 33 anni, Salah sembra essersi smarrito: appena cinque reti e tre assist in 19 presenze stagionali, numeri lontani anni luce dai suoi standard. Un giocatore spesso isolato, poco coinvolto nella manovra e sempre più distante dal resto del gruppo.
DIRITTO AL POSTO? – «Ho dato tanto a questo club. Non dovrei dover lottare ogni giorno per il mio posto», ha dichiarato Salah dopo il Leeds. Ma la risposta della critica è ferma: «È stato spesso in secondo piano, poco pericoloso e poco generoso in fase difensiva», ribatte The Athletic.
A gennaio potrebbe consumarsi l’epilogo. Con la Coppa d’Africa alle porte e l’ambiente ormai compromesso, l’addio di Salah al Liverpool non è più un’ipotesi remota, ma uno scenario sempre più concreto. E il rischio, per un simbolo assoluto dell’era recente dei Reds, è quello di uscire non dalla porta principale, ma da quella di servizio.
