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Panucci: «Roma Inter sarà una prova per lo scudetto. Chivu? Mi sorprende che si pensi una cosa…»

Le parole di Christian Panucci, ex calciatore, sulla situazione attuale dell’Inter dopo questo inizio di stagione. Tutti i dettagli in merito
Christian Panucci ha parlato al Corriere della Sera in vista di Roma Inter.
DOPPIO EX – «Roma è stata l’avventura più lunga del percorso: ci ho giocato otto anni e quando torno da Dubai, dove vivo, lì ho casa. Come dico spesso, non è stata la donna più bella che ho avuto ma quella che ho amato di più. Per vestire il nerazzurro lasciai Madrid, per dire. Si è parlato tanto della mia convivenza con Lippi ma non si può andare d’accordo con tutti».
CAPELLO – «Fabio è super professionista, non regala niente. Mi ha voluto, ovunque ha allenato, come giocatore e, nella nazionale russa, come assistente. Abbiamo sempre avuto un rapporto vero, schietto».
ROMA INTER – «L’Inter arriva con un gruppo più rodato, che lavora insieme da anni e che già ha vinto. Attorno alla Roma c’è eccitazione, sta andando oltre le aspettative. Fra i nerazzurri, orfani di Thuram, direi Lautaro. Tra i giallorossi ci si aspetta che Ferguson si sblocchi. Poi Dybala e Soulé possono garantire qualità e cambio di passo».
GASPERINI – «Mi sembra presto per dire che ha già lasciato un segno. Di certo ha portato grande entusiasmo, una crescita a livello di mentalità e una buona gestione nell’uno contro uno».
CHI HA PIU’ DA PERDERE – «È un banco di prova in ottica scudetto per entrambe le squadre. Ma, non lo dico solo per scaramanzia da romanista, bisogna ammettere che i nerazzurri hanno più abitudine a vincere i campionati e il periodo di rodaggio sembra essere alle spalle. Se Chivu riuscirà a ripulire la testa dei giocatori dalle scorie di Monaco, sono in pole per lo scudetto. Discorso diverso è per la Roma che, al di là del primato attuale, se a fine anno arriverà in Champions Gasperini avrà fatto un ottimo lavoro».
CHIVU – «Ma non cerchiamo scuse, per favore. I professionisti devono riaccendere il motore ogni anno, l’Inter ha tutti i mezzi a disposizione per vincere. Io ho perso la finale di Champions con l’Ajax nel 1995 ma l’anno seguente ho trionfato in campionato. Non diamo alibi, dove non serve. Allora ne avrebbe più diritto ad averne Gasperini che è arrivato in un ambiente nuovo e lavora con una squadra stravolta per 9/11. Solo in Italia si può pensare che uno che ha totalizzato 600 presenze in carriera non sia pronto per il campionato. Ho giocato con Cristian alla Roma, aveva già all’epoca un’intelligenza calcistica superiore. Di calcio se ne deve occupare chi sa di calcio: da noi l’80% dei dirigenti gestiscono società di cui non sanno nulla. Per i manager non ci sono distinguo, per i tecnici invece precisazioni e cavilli».
MILAN DI ALLEGRI – «È stato bravo a entrare nella testa dei giocatori e la squadra sembra essere partita con il piede giusto. Ha un ottimo gruppo, va detto che fare peggio dello scorso anno era difficile… Avendo solo il campionato, può fare qualcosa di buono. Ma a mio avviso sul lungo periodo e per duellare con le big serve un grande difensore di esperienza».
LOTTA SCUDETTO – «Napoli e Inter; anche la Juventus, senza Bremer, perde molto a livello di compattezza difensiva».
CONTE – «Solo noi italiani ci complichiamo la vita con questi discorsi. Ai miei tempi con il Milan giocavamo sempre gli stessi mercoledì e domenica. Mi pare che il Real e il Bayern fra campionato e coppa non si abbandonano a chissà quale turn over. Conte secondo me ha tutto per provare a rivincere lo scudetto e fare bella figura in Europa».
CHI L’HA STUPITO DI PIU’ – «Ne cito due. Soulé perché si vede che sta cercando di impegnarsi per assimilare il più velocemente possibile i concetti di Gasperin. Poi Pulisic, un giocatore che sa emozionare. Modric? Pensa e fa girare la palla più velocemente degli altri. Però se a 40 anni eccelle in tal modo, dobbiamo farci due domande sul valore del campionato».
ITALIA – «Sarebbe grave il contrario. Me lo auguro per il c.t. che è una bella persona e un grande professionista, dedito completamente alla causa azzurra. Siamo tutti Rino Gattuso».
