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Omicidio Boiocchi, la proposta economica degli imputati apre un capitolo delicato del processo

Omicidio Boiocchi, la proposta economica degli imputati apre un capitolo delicato del processo: la famiglia valuterà
Il caso legato all’omicidio di Vittorio Boiocchi, storico capo della Curva Nord nerazzurra assassinato il 29 ottobre 2022 sotto casa a Milano, torna al centro dell’attenzione giudiziaria con l’avvio del processo davanti alla Corte d’Assise. Nella prima udienza, i tre imputati – Gianfranco e Marco Ferdico, padre e figlio, e Pietro Andrea Simoncini, tutti rei confessi – hanno presentato tramite il loro avvocato Mirko Perlino un’offerta di risarcimento da 150mila euro destinata alla moglie e alle tre figlie della vittima. Alla dichiarazione è stato allegato un assegno da 50mila euro già intestato alla vedova, con l’impegno di versare il restante entro il 30 gennaio 2026.
Omicidio Boiocchi, la famiglia resta parte civile: tanti gli elementi ancora da chiarire
Secondo quanto riportato da Tuttosport, si tratterebbe di un gesto che, pur significativo, non può colmare il vuoto lasciato dalla perdita di un familiare. La famiglia di Boiocchi, rappresentata dall’avvocato Marco Ventura, ha confermato l’intenzione di rimanere parte civile per accertare fino in fondo la verità dei fatti. La proposta economica sarà valutata, anche se giudicata al momento non congrua rispetto alla gravità dell’episodio.
L’inchiesta, ricostruita dalla procura, individua come movente i contrasti interni alla Curva Nord e alla gestione economica dell’associazione We Are Milano. Il caso, inizialmente un cold case, è stato risolto grazie alla confessione di Andrea Beretta, ex leader della curva, che avrebbe ammesso di essere il mandante dell’omicidio. I Ferdico, secondo gli atti, avrebbero organizzato la logistica, mentre Simoncini avrebbe guidato lo scooter sul quale si trovava Daniel D’Alessandro, presunto esecutore materiale, unico a non aver confessato.
La Corte ha programmato un’istruttoria snella: il 9 aprile 2026 inizieranno le audizioni dei testimoni, tra cui un esponente della polizia giudiziaria, mentre altre deposizioni sono fissate per il 16 aprile. La requisitoria è attesa entro maggio. Le riprese televisive sono state autorizzate, con il divieto tuttavia di inquadrare imputati e pubblici ministeri.
Un processo che, per la sua rapidità e per la delicatezza delle dinamiche interne al tifo organizzato, si preannuncia centrale per fare piena luce su una delle pagine più drammatiche della recente cronaca italiana.