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Nainggolan su Roma Inter: «Nerazzurri cambiati con Chivu, tanto di cappello ma occhio a Gasperini! Il mio consiglio su Frattesi è…»

L’ex centrocampista di Roma e Inter, Radja Nainggolan, ha parlato così in vista del match di oggi tra giallorossi e nerazzurri
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport in qualità di doppio ex, Radja Nainggolan ha presentato così la supersfida di stasera tra la Roma e l’Inter.
ROMA INTER – «Cominciamo col dire che ai miei tempi eravamo più forti, il centrocampo di quella Roma dove lo vedete adesso?».
INTER CRESCIUTA – «All’Inter c’è più stabilità e i giocatori rendono meglio: anche se hanno cambiato allenatore, questo si vede. Non guardate i numeri e le statistiche, quello non è calcio: è nell’anima di una squadra che si capisce questo sport e l’Inter ce l’ha da tempo».
GASPERINI HA GIA’ DATO L’ANIMA ALLA ROMA? – «No, però sta facendo bene, anche se non gioca ancora un grande calcio. Anzi, è imparagonabile rispetto ai tempi dell’Atalanta. Ma se fa punti giocando così, dove può arrivare quando i giocatori inizieranno a capire i movimenti? Questo è un segnale importante: vuol dire che la Roma può crescere ancora. Gasperini martella e alla fine entra nel cervello. I pochi goal presi sono il primo mattone».
KONE SAREBBE STATO L’ACQUISTO GIUSTO PER CHIVU? – «Fisicamente molto forte, ma si ferma là. Gli manca concretezza: pochi assist, pochi goal, deve pesare di più. Sa comunque tenere un centrocampo da solo e all’Inter avrebbe liberato Barella e Mkhitaryan. I fenomeni, però, sono altri».
SOULÉ – «È un talento vero, ma anche a lui serve uno step oltre. Deve essere più presente in partita. È molto concreto, le occasioni che capitano le mette dentro, ma se ne deve creare molte di più».
PELLEGRINI – «Sono contento per lui che ha la Roma dentro: non è che una rete nel derby ti cambia una carriera, ma in questa squadra può starci, eccome».
SE MI ASPETTAVO UN CHIVU COSÌ DENTRO ALLA SQUADRA? – «Una cosa è evidente: l’Inter è cambiata, è diversa, ma resta la squadra più forte. La favorita. Per Chivu non era semplice incidere anche perché ha una responsabilità enorme dopo il livello negli ultimi anni. I risultati ci sono, quindi tanto di cappello».
NAINGGOLAN AVREBBE GIOCATO IN QUESTO CENTROCAMPO NERAZZURRO? – «Il miglior Radja gioca ovunque, non scherziamo… L’interista più simile a me è Barella per caratteristiche, voglia, fame. Mi piace che si prenda responsabilità, che non si nasconda: Nico è uno che ti cambia la partita anche senza fare gol. Se forse qualcuno non lo considera tra i migliori in Europa è solo per il carattere che ha: quando non ti “esponi” tanto, diventi meno visibile anche per gli altri».
SORPRESO DA CALHANOGLU? – «Zero sorprese, se ci mettiamo a discutere Calha, allora andiamo tutti a casa. Il livello è questo, quando sta bene è uno dei migliori in regia. E anche Mkhitaryan non si tocca: vedo tanti sopravvalutati in giro, lui invece è il contrario».
SU FRATTESI – «Non è facile nella sua posizione, il posto a Barella non lo togli mai. Però nessuno spacca come lui quando entra, in rapporto ai minuti ha una media goal pazzesca. Fossi nell’Inter, lo terrei».
LO SCONTRO TRA GLI ATTACCANTI – «L’Inter ha un attacco molto superiore. Si parla tanto di Pio Esposito, che ha ottimi colpi, ma facciamolo segnare prima di esaltarlo troppo. Lo dico per lui. Su Dovbyk a Roma, invece, che cosa aggiungere? Lasciamo stare, io giocavo con gente come Dzeko».
COSA DOVRÀ ASPETTARSI L’INTER DALLA GARA IN CHAMPIONS CONTRO L’UNION SG? – «L’Union SG ha cambiato allenatore solo perché Pocognoli è andato in una squadra più grande, il Monaco. Aveva creato un bel giocattolino, vediamo se dopo di lui Hubert si confermerà. All’Inter posso solo dire: attenta, sono imprevedibili. A volte forti forti, altre calano di schianto. Come club, però, lavorano bene da anni con un ottimo scouting. Ait El Hadji, il 10, è quello da tenere più d’occhio».
FATTORE AMBIENTALE – «Non giocano nel loro stadio, che è molto “caldo” anche se un po’ vecchio, ma in quello dell’Anderlecht: l’atmosfera cambia parecchio. Comunque, non hanno niente da perdere e per questo sono pericolosi. Con le big, però, di solito si innervosiscono: per me, se fa il suo, vince l’Inter»
SUL MIO FUTURO – «Finché mi diverto, io sto qua. Diciamo che non mi sono fatto mancare nulla nella vita, ma in nessun posto sono così felice come su un campo di calcio».
