Moviola Bologna Inter, Pistocchi chiede chiarezza: «Qual è la linea guida sui falli di mano?»

Moviola Bologna Inter ancora sotto accusa: Maurizio Pistocchi confronta il rigore fischiato a Bisseck con il mani non punito di Simeone

La moviola Bologna-Inter torna al centro del dibattito arbitrale dopo il calcio di rigore concesso ai rossoblù per il fallo di mano di Yann Bisseck. A sollevare interrogativi è Maurizio Pistocchi, che ha messo in evidenza le numerose incongruenze viste in questa stagione nell’interpretazione dei tocchi di mano in area di rigore.

Secondo Pistocchi, le decisioni arbitrali cambiano troppo spesso a seconda del contesto e dell’arbitro di turno, creando confusione tra tifosi e addetti ai lavori. Il giornalista ha fatto un paragone diretto con quanto accaduto nel weekend precedente in Torino-Cremonese, dove non è stato assegnato un rigore per un fallo di mano di Giovanni Simeone.

Nel suo intervento, Pistocchi ha ricordato come in quell’occasione si fosse parlato di braccio «in posizione congrua al movimento», spiegazione utilizzata per giustificare la non punibilità dell’intervento. Una valutazione che, secondo il giornalista, entra in contraddizione con quanto deciso in Bologna-Inter, dove invece il tocco di mano di Bisseck è stato giudicato punibile.

Pistocchi entra nel merito tecnico dell’episodio, sottolineando che il difensore nerazzurro, leggermente sbilanciato da Santiago Castro, stava cercando di colpire il pallone di testa, con il braccio che si muoveva in maniera naturale rispetto all’azione. Da qui la domanda chiave: perché il mani di Simeone non è rigore e quello di Bisseck sì?

Il giornalista pone una serie di interrogativi precisi: quale sia la ratio che guida queste decisioni, se il braccio di Bisseck fosse davvero in una posizione non congrua al movimento e, soprattutto, quale dei due interventi fosse realmente evitabile. Il riferimento finale è alla linea interpretativa indicata da Gianluca Rocchi, che secondo Pistocchi oggi appare poco chiara.

La moviola Bologna-Inter, dunque, diventa il simbolo di un problema più ampio: l’assenza di uniformità nelle decisioni sui falli di mano. Un tema che continua a generare polemiche e che, come sottolineato da Pistocchi, rischia di allontanare ulteriormente il pubblico da una comprensione condivisa delle regole.