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Lautaro Martinez doma il Como: prestazione da urlo del capitano. E la confessione sullo psicologo

Lautaro Martinez sfodera una prestazione grandiosa nella sfida vinta dai nerazzurri contro il Como ieri pomeriggio. Poi fa una confessione sullo psicologo
Ci sono voluti appena 11 minuti al capitano Lautaro Martínez per prendersi la scena e iniziare a tramortire il malcapitato Como di Cesc Fàbregas. Ancora una volta, il bomber argentino ha spianato la strada all’Inter con il suo 11° gol stagionale tra Serie A e Champions League, di cui sette in campionato dove siede solitario sul trono dei capocannonieri. L’ambizione è chiara: provare a vincere questa speciale classifica, come già accaduto due anni fa nell’anno della seconda stella con 24 centri.
Un traguardo storico: 30 vittime in serie a
Il gol al Como non è stato solo importante per la vittoria dei nerazzurri, ma ha anche segnato un traguardo storico: il Como è diventata la 30ª avversaria differente contro cui Lautaro è andato a segno dalla sua prima stagione a Milano nel 2018/19. Una cifra tonda che testimonia l’ascesa irrefrenabile dell’attaccante nel corso degli anni. A livello statistico, nessun altro calciatore ha toccato questo traguardo in un singolo torneo tra i cinque principali in Europa.
Per rimanere in casa interista, l’argentino è diventato il primo giocatore nella storia dell’Inter a farcela, superando le 29 squadre punite da una leggenda come Alessandro Altobelli.
La gratitudine e la gestione delle critiche
Dopo la partita, il capitano ha rivendicato i suoi successi con umiltà e maturità: «Neanche mi rendo conto a volte di quello che mi sono guadagnato con il lavoro e il sacrificio». Sul campo, il suo anticipo da goleador vero sul difensore Addai ha permesso ai meneghini di sbloccare un match insidioso.
«Abbiamo dimostrato tutta la nostra forza contro una squadra forte, messa bene in classifica. Abbiamo dimostrato la voglia di prenderci i punti, si tratta di una vittoria importante», ha aggiunto l’attaccante.
Lautaro ha poi aperto un capitolo personale, parlando del suo passato difficile: «Da bambino non ho vissuto cose belle, ma oggi sono grato alla mia famiglia perché senza di loro non sarei qui. Mi accompagnano sempre così come i tifosi, che mi hanno dato il loro amore fin dal primo giorno anche nei momenti più complicati». Sulle critiche esterne, ha dimostrato grande maturità: «All’inizio queste cose fanno male, ma ho parlato con lo psicologo e adesso sono contento di quello che riesco a dare per il gruppo. Questa è la cosa principale che conta davvero».
Il numero dieci nerazzurro, che in campionato le ha giocate tutte tranne la sfida casalinga con il Sassuolo, viaggia alla media impressionante di un gol ogni 118 minuti, con 11 centri spalmati in 18 presenze stagionali.
