Lautaro, da Toro a torero: rossoneri domati. Inter-Milan 1-0
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Lautaro, da Toro a torero: rossoneri domati. Inter-Milan 1-0

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Una prestazione superlativa quella sfoggiata ieri sera da Lautaro Martinez nella Semifinale di ritorno in Champions League tra Inter e Milan

Lautaro Martinez si sta consacrando sempre più nel palcoscenico dei grandi del calcio, e lo sta facendo con la maglia dell’Inter. Quando indossa la fascia da capitano al braccio, poi, dimostra quanto sia maturato negli ultimi anni sotto tutti i punti di vista: professionale, umano, emotivo e realizzativo. Ieri ha condotto i suoi compagni alla vittoria in una storica Semifinale di Champions League contro il Milan. Rossoneri sconfitti all’andata per 0 a 2, ed al ritorno per 1 a 0: vendicate così in un sol colpo la Semifinale del 2003 e lo Scudetto vinto dai cugini lo scorso anno.

Da Toro a torero

Nella serata di ieri, in uno scenario da sogno come quello offerto da San Siro, Lautaro ha dato sfoggio della propria classe e delle proprie qualità. Arrivato in nerazzurro col soprannome di “Toro”, l’attaccante argentino ha sempre fatto della grinta, della tenacia e della caparbietà i suoi punti di forza (e talvolta anche i suoi punti deboli). Da prima punta o da seconda punta, in un attacco a due o a tre (come con l’Argentina), i suoi gol sono sempre arrivati. Ed anche ieri ha timbrato il cartellino, nella serata più importante della recente storia del club nerazzurro. Sinistro chirurgico e potente che trafigge Maignan sul primo palo e manda i delirio milioni di tifosi interisti. Poi la corsa sotto la curva a prendersi l’abbraccio della propria gente. Ma c’è dell’altro nella prova offerta in campo ieri dal ragazzo di Bahia Blanca, un gradino ulteriore compiuto verso la consacrazione tra i top attaccanti d’Europa. Da buon Toro si è “sporcato le mani”, andando a fare a sportellate con i grossi difensori rossoneri, subendo anche falli utili a far salire la squadra. Si è trasformato anche in torero, eludendo le marcature di una difesa molto in difficoltà (quella della squadra di Pioli), facendoli ammattire con giocate di pura classe. Prima il sombrero, poi l’elastico. Giocate per nulla fini a sé stesse. E poi, anche nell’azione del gol, fa in modo che Kalulu venga attratto dal pallone, cosicché al momento dell’assist di Lukaku lui possa essere libero di calciare in porta.

Il diavolo domato

Se Lautaro si è trasformato in torero, in questo caso il toro della “corrida” in salsa milanese è proprio il Milan. Difesa sballottata da un lato all’altro del campo, per non parlare dell’attacco: capace di concludere una sola volta verso la porta di Onana (che resta inviolata per l’ottava volta in questa stagione di Champions League). Il torero sventola la bandiera nerazzurra (e non rossa) e il diavolo abbocca. Anch’esso con le corna, a testa bassa come un toro ma non per caricare: la pressione, il risultato di svantaggio maturato anche all’andata e l’incapacità di risultare davvero pericolosi contro un avversario che si è dimostrato superiore. Tutti e quattro gli ultimi derby sono stati portati a casa dalla squadra di Simone Inzaghi, e senza subire alcun gol. Milan domato e poi sconfitto.

Capitano dentro e fuori

Il numero 10 dell’Inter ha dimostrato di avere le qualità necessarie per essere insignito dei gradi da capitano. Personalità da vendere e aiuto ai propri compagni nei momenti di bisogno. È lui a ringhiare contro gli avversari, facendosi anche ammonire per difendere il proprio compagno Calhanoglu dal brutto fallo subito per opera di Krunic. È lui a suonare la carica, a mantenere alto il livello dei propri compagni e pretendere di più. Prima di realizzare il gol sembra in procinto di uscire dal campo a causa di qualche colpo subito e della stanchezza, ma rimane sul terreno di gioco, realizza la rete e sfiora subito dopo il raddoppio. Al termine della gara non sbaglia una parola nelle interviste: «C’è tanta storia lì dentro e l’abbiamo affrontata nel modo che dovevamo. Io cerco di dare il massimo dentro e fuori dal campo, dare una mano ai compagni sempre. In questa stagione sono cresciuto tanto a livello mentale, personale e di famiglia, sono più tranquillo in campo e penso tantissimo prima di fare le cose. Dobbiamo andare a Istanbul ad alzare la coppa, siamo passati contro un eterno rivale». Ed anche il vicepresidente dell’Inter, Javier Zanetti, sarebbe favorevole ad un Lautaro capitano: «Felicissimo per lui, sta facendo un percorso straordinario, tutti gli anni cresce e credo che sia un giocatore fondamentale. È un riferimento importante, ce lo teniamo stretto».

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