2022
Cruz: «Supercoppa è sempre stata una partita anomala. Su Lautaro e Inzaghi…»

L’ex attaccante argentino dell’Inter, Julio Cruz, ha parlato della Supercoppa Italiana e non solo. Le sue dichiarazioni
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l’ex attaccante nerazzurro, Cruz, ha parlato delle sue precedenti esperienze e della Supercoppa Italiana:
SUPERCOPPA – «Una partita anomala, soprattutto quando si giocava a inizio stagione. Mi è sempre piaciuta perché stabilisce chi è la più forte d’Italia in un modo diverso rispetto al campionato, ovvero attraverso una gara secca. Però lo scudetto è una cosa unica…».
SUPERCOPPA 2005 – «Era l’inizio dell’era Mancini: in poco tempo aveva sistemato tante cose che prima non funzionavano. Penso che quel periodo sia stato fondamentale per l’Inter: sono arrivate le persone giuste, in primis Roberto. Il quale ha fatto un grande lavoro anche tatticamente. Quella vittoria è arrivata dopo il successo in Coppa Italia ed è stato un passo decisivo: da lì è iniziato un percorso straordinario, con tante belle vittorie».
ARGENTINI INTER – «Intanto ci tengo a dire che tutti gli argentini che sono passati dall’Inter sono rimasti legatissimi ai colori nerazzurri. È una cosa che ci accomuna. Lautaro e Correa stanno facendo bene, soprattutto del Toro si parla tanto qua in Argentina: è considerato un giocatore importante. Ha saputo guadagnarsi tutto il bello che sta avendo a Milano».
INZAGHI – «Eravamo entrambi a fine carriera, tutti i tifosi lo amavano. La cosa che mi ha stupito è come è diventato in fretta un grande allenatore. Ho sempre pensato che fosse pronto a prendere una squadra come l’Inter: ora sta facendo quello che ha sempre fatto. Ha uno staff di persone per bene, a cui piace lavorare. Conosco suo padre e sua madre, siamo stati spesso in vacanza insieme. Si vede che lui e Filippo hanno preso i valori dei genitori: mi fa piacere il fatto che entrambi abbiano trovato la propria strada da allenatori. Penso che la qualità migliore di Simone sia il lato umano, che fa la differenza nel calcio: penso a quello che era Moratti per noi calciatori».
