Karchouni: «Professionismo? Privilegio di pochi club, come l'Inter»
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Karchouni, la centrocampista nerazzurra sul professionismo: «E’ un privilegio ancora di pochi club come l’Inter»

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La centrocampista delle Inter Women Ghoutia Karchouni ha rilasciato un’intervista in cui parla del professionismo nel calcio femminile

Sulle colonne di Repubblica, la centrocampista delle Inter Women Ghoutia Karchouni dice la sua sul professionismo femminile in Italia e sulla scelta di giocare per la Nazionale algerina invece che per la francese.

PROFESSIONISMO-

«Sicuramente è stato un’importante riconoscimento e in Italia ho trovato un’apertura ed una serie di tutele ed attenzione crescente. Credo che si debba migliorare, anche grazie allo scouting e alla crescita del livello di gioco, l’attrattività e il livello agonistico, perché così si può passare da movimento a prodotto che coinvolge un numero crescente di spettatori, sponsor, indotto.

Però in Italia come atleta mi sento fortunata perché posso portare queste competenze senza essere in svantaggio in partenza. Mi rendo conto che è un privilegio ancora di pochi club come Inter o Juventus, Roma, mentre le piccole società fanno ancora fatica a comprendere i benefici ma la crescita ci sarà perché dal basso le ragazze chiedono sempre più di giocare e fare la calciatrici, anche in Paesi come quello da cui vengo è vista come una via e strada di riscatto anche sociale».

PERCHE’ HAI SCELTO L’ALGERIA?

«In Francia non ho trovato dentro quella sensazione di voler dare indietro qualcosa al mio Continente, ai sacrifici fatti da mia madre che ho perso molto presto e dal mio popolo. In senso positivo giocando per l’Algeria, per l’Africa sento di dar voce a quanti come me hanno fatto un percorso di riscatto davvero tortuoso per uscire da condizioni di totale assenza di “pari opportunità”.

E’ una parola che in pratica ho conosciuto in Italia, motivo per cui mi sento grata come detto e ho voglia di lasciare una legacy anche in questo Paese attraverso il mio impegno, il racconto della mia storia che da vera sofferenza, attraverso il calcio e la speranza e l’impegno che ho riposto in questo sogno mi ha portato fino in Champions League e oggi a Milano, un impegno che deve essere non solo per il mio club ma anche per la Lega. 

Tante giocatrici vengono discriminate per il fatto non della provenienza ma di aver un colore diverso della pelle ed in questo non c’è distinzione tra calcio maschile e femminile. Dobbiamo portare avanti una carriera sportiva ma anche migliorare le condizioni della società che ci ha accolto e quella da cui veniamo. 

Ho partecipato alla giornata di presentazione della strategia CSR della Lega Calcio , progetto pilota della strategia UEFA. Ho appreso con gioia che con Keep Racism Out il calcio si muove ma c’è ancora tanto da fare in tema di politiche sociali e iniziative di solidarietà e di sensibilità verso l’ambiente, l’inclusione, il razzismo e il women’s empowerent»

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