2022
Inter Milan, Nesta: «Due squadre alla pari, ci sono tanti duelli individuali»
Nel giorno del derby tra Inter e Milan ha parlato Alessandro Nesta, ex difensore rossonero. Le sue parole alla Gazzetta dello Sport
Nel giorno del derby tra Inter e Milan ha parlato Alessandro Nesta, ex difensore rossonero. Le sue parole alla Gazzetta dello Sport.
MERCATO – «Le milanesi hanno fatto quello che potevano. L’Inter con Gosens, esterno che serviva, e Caicedo, uomo di Inzaghi. Il Milan in questa fase non può fare pazzie e si affida alle idee dei dirigenti, che ultimamente sono state vincenti. Maldini ha un’intelligenza superiore alla media. E poi la Juve: c’era confusione e aveva bisogno di un grande colpo, ma per me resta un’incognita: non è detto che un giocatore, anche se bravissimo, sistemi tutto e subito.»
PARTITA – «Inter e Milan partono alla pari, a maggior ragione nel derby. Loro sono più in forma, forse più squadra e di certo più solidi. Ma il Milan ha la dinamicità di alcuni giocatori, che in pochi hanno in Serie A: penso a Leao e Theo Hernandez. Stargli dietro è dura e nel calcio di oggi queste sono le qualità che determinano.»
COSA TEMERE DELL’INTER – «Senza Ibra e Rebic è un altro discorso ma in generale, da ex difensore, dico che preferirei mille volte trovarmi ad affrontare gli attaccanti dell’Inter che non quelli rossoneri. Ripeto, in un calcio fatto di duelli e ricerca della superiorità, Leao è uno che fa la differenza. Mi piace tantissimo, salta sempre l’uomo e migliorerà nell’ultima scelta: oggi ne fa una bene, l’altra meno. Se Ibra c’è e sta bene toglierli la palla è impossibile, Leao come Rebic prendono campo in velocità e non li fermi più. Se devo scegliere, gioco contro quelli dell’Inter.»
BARELLA O TONALI – «Sono totalmente diversi. Barella più offensivo,Tonali più equilibratore. Il primo pare giochi da trent’anni, Sandro ha buoni piedi ma è abile anche nel recupero palla, ha grinta, è un Gattuso con piedi migliori. Sono due certezze anche per l’Italia del futuro.»
PIOLI O INZAGHI – «Stefano ha dato identità alla squadra, cambiano gli interpreti ma il gioco resta uguale. Società e allenatore hanno la stessa idea di calcio e si vede: il lavoro sta dando frutti. Inzaghi ha portato leggerezza e libertà, rispetto a Conte che martellava tutti i giorni, ora hanno più occasioni per divertirsi in campo.»
