Inter Liverpool, scelte dubbie di Chivu e tanti limiti
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Inter Liverpool, scelte dubbie di Chivu e tanti limiti emersi nel big match

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Inter Liverpool, il Corriere della Sera evidenzia come alcune decisioni di Cristian Chivu abbiano inciso sul ko europeo

La sconfitta dei nerazzurri contro il Liverpool non è stata determinata soltanto dal rigore contestato nel finale. Come riportato dal Corriere della Sera, nel mirino entrano anche alcune decisioni di Cristian Chivu, tecnico classe 1980 alla sua prima esperienza sulla panchina della squadra meneghina in Champions League. Il quotidiano sottolinea come il problema ricorrente dei big match, già visto in Serie A, sembri essersi trasferito anche sul palcoscenico europeo.

Secondo l’analisi, lo stesso Chivu avrebbe riconosciuto la difficoltà del gruppo a lasciarsi alle spalle le scorie della scorsa stagione, spiegando di star lavorando per ritrovare solidità mentale. Tuttavia, le circostanze della gara contro i Reds avrebbero messo in evidenza l’inesperienza del tecnico, soprattutto nella gestione delle rotazioni e delle energie.

Inter Liverpool, scelte discutibili: poche rotazioni, cambi tardivi e titolari affaticati

Il Corriere osserva come, nonostante la rosa ampia, l’allenatore rumeno abbia modificato un solo uomo rispetto alla sfida con il Como, inserendo Henrikh Mkhitaryan (35 anni, trequartista d’esperienza) al posto di Piotr Zielinski. La decisione di riproporre Francesco Acerbi, difensore classe 1988 reduce da un match dispendioso, e di lasciare fuori Yann Bisseck, uno dei più freschi, sarebbe stata una scelta rischiosa a poche ore da un appuntamento cruciale di Champions.

Nel reparto offensivo, Marcus Thuram, attaccante francese del 1997, appariva già affaticato nel primo tempo, ma Chivu ha scelto di non intervenire all’intervallo, rinunciando a opzioni più fresche come Ange-Yoan Bonny o Pio Esposito. Il risultato è stato un secondo tempo in cui la squadra ha faticato a ripartire, schiacciata progressivamente dal ritmo inglese.

L’analisi evidenzia inoltre che il tecnico abbia atteso fino all’82’ per un triplo cambio, situazione che ha lasciato i nerazzurri senza soluzioni immediate nei momenti più delicati della gara. Una scelta condizionata dal timore di nuovi infortuni, ma che ha inciso sulla capacità della squadra di reggere l’urto.

Numeri alla mano, il quadro è chiaro: appena nove tiri tentati, una sola occasione nitida e il 33% di contrasti vinti. Dati che certificano una formazione stanca, prevedibile e fortemente limitata dall’assenza di Denzel Dumfries, esterno destro fondamentale per equilibrio e profondità.

Per invertire il trend nei big match, conclude il quotidiano, servirà coraggio nelle rotazioni e una gestione più fluida delle energie.

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