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Tre gare decisive per l’Inter: Inzaghi rischia tutto

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Davide Stoppini sulla Gazzetta dello Sport analizza gli scenari possibili per il futuro di Inzaghi sulla panchina dell’Inter

Le prossime tre gare dell’Inter saranno decisive per stabilire il futuro di Inzaghi in nerazzurro, come scrive Davide Stoppini sulla Gazzetta:

INTER-

Dieci nel calcio è il numero del genio, della fantasia, del talento e della gioia. Qui all’Inter è il numero della disperazione. Dieci sconfitte in campionato su 28 partite sono una sentenza sulla posizione di Simone Inzaghi, al punto che l’esonero non è più una parola tabù. Le due coppe sono lì davanti agli occhi, certo. E il calendario è troppo compresso per prendere decisioni con effetto immediato. Ma, tanto per intendersi: se davanti ci fosse una pausa lunga come quella del Mondiale dello scorso novembre, la separazione con l’allenatore sarebbe già nei fatti. E’ bene stare comunque con le antenne dritte: la società vuole riparare e non toccare, adesso. Ma se nei prossimi dieci giorni la discesa non dovesse arrestarsi, se con le prossime tre trasferte Torino-Salerno-Lisbona i guai dovessero moltiplicarsi, ecco allora che la società sarebbe costretta a intervenire.

CRISI APERTA-

Il motivo è molto chiaro. A forza di parlare delle due coppe, si sta perdendo di vista quello che è il traguardo più importante per il club, la qualificazione alla prossima Champions League. E’ un obiettivo vitale per il presidente Zhang, che può cambiare il destino della proprietà, di sicuro le ambizioni nerazzurre pure sulla prossima stagione. Tradotto: la gara Salerno di venerdì prossimo è molto più di importante della semifinale con la Juventus di martedì. L’Inter è in crisi aperta. Tre sconfitte consecutive in campionato non si vedevano dal 2017, da queste parti. Peggio ancora: siamo a quattro sconfitte nelle ultime cinque gare in A. E le modalità che si ripetono sono il segnale più più inquietante: la condizione psicofisica di buona parte della rosa è allarmante, come pure alcune scelte dell’allenatore che continuano a sorprendere in negativo, le motivazioni che sembrano mancare in alcuni giocatori (Brozovic, Dumfries, Correa), oltre al fatto che alcuni big sono nettamente al di sotto delle loro potenzialità. E in generale, in un gruppo di lavoro nel quale non abbondano i leader, spaventa la mancanza di motivazioni nella ricerca del quarto posto. Mkhitaryan, uno dei giocatori più esperti del gruppo, nel dopo partita dice: «<Sbagliamo tanto perché non siamo sereni». Parole che pesano, anche agli occhi di chi ora deve salvare il salvabile.

INZAGHI IN BILICO-

Deve pensarci l’allenatore. Che sussurra un «ero più preoccupato dopo la prestazione con la Juventus». Ma qui le sconfitte si sommano, pur se diverse l’una dall’altra. <<Dobbiamo fare tutti di più, io per primo – ha poi aggiunto Inzaghi -. Sono tre partite che non segniamo (in realtà a La Spezia un gol fu fatto, su rigore, ndr), non ci era mai accaduto. Ma evidentemente non basta quello che facciamo. Avremmo meritato un altro risultato. Ma ci sono delle colpe.

Fortunatamente rigiochiamo martedì con la Juve: dobbiamo essere bravi e leccarci le ferite e a lavorare ancora più forte, in modo razionale». Resta da capire quanto l’Inter sia in grado di farlo, in campionato. Mancano dieci partite, c’è un mini torneo per il quarto posto da disputare. Che vale più tutto il resto, anche se suona strano. «Vogliamo un’altra classifica, non è quella che desideravamo, questa cosa deve farci riflettere», ha chiuso Inzaghi. Proprio così.

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