2023
GdS, focus: Inzaghi sotto accusa dall’Inter

Motivazioni, errori, calo fisico: questa Inter non guarisce mai. Il focus della Gazzetta dello Sport sui nerazzurri, a firma di Davide Stoppini
Come scrive Davide Stoppini sulla Gazzetta dello Sport, sono tanti i punti su cui lavorare da parte di Inzaghi per guarire la sua Inter, spesso da errori commessi proprio da lui:
INTER- PRANZO DELLA DIRIGENZA CON INZAGHI- Ormai le sconfitte sono otto, senza contare un paio di pareggi assai deludenti come quelli con Monza e Sampdoria. E la storia si ripete. Ieri a pranzo, appunto, la dirigenza nerazzurra al completo ha avuto modo di approfondire con Simone Inzaghi i perché dell’ennesimo passo falso. Quel che cambia, di questi confronti del giorno dopo, è la sfumatura del grigio. Sempre più verso il nero, intorno alla figura dell’allenatore. Che la partita con il Porto pesi molto sul suo futuro è cosa nota. Il tempo, però, ha fatto sì che i dubbi esistano a prescindere da quel che accadrà martedì in Portogallo. E sono dubbi figli dei risultati e di un’Inter che non migliora.
Che è uguale a se stessa. Perché, nel bene e nel male, anche l’allenatore è rimasto lo stesso che arrivò alla Pinetina nell’estate 2021. Intanto la preoccupazione monta: l’arrivo nei primi quattro posti è vitale per la continuità aziendale e, di conseguenza, anche per quella sportiva del club. Il ridimensionamento sarebbe un passo obbligato. La preoccupazione è a tutti i livelli, a partire dalla presidenza, che pure ha sempre supportato l’allenatore. […] La società è convinta anche oggi, anche a fronte di questo Napoli, di aver allestito l’organico più forte della Serie A, che avrebbe dovuto almeno lottare per lo scudetto sino all’ultima giornata. Potenziale peraltro dimostrato a più riprese nelle grandi partite.
POCA INTENSITA’ CONTRO LE PICCOLE-
In questo momento della stagione, compattare è la parola d’ordine, sono quattro i capi d’accusa intorno al rendimento dell’Inter che si possono evidenziare. E che la stessa società, a tutti i livelli, non può non aver notato. Il primo, il più importante, chiama in causa le motivazioni. Due punti conquistati tra Monza, Sampdoria, Empoli, Bologna e Spezia valgono molta della distanza che c’è oggi con la squadra di Spalletti. L’Inter non riesce a vincere quando dovrebbe. Perché perde in cattiveria, perché l’intensità che viene messa in campo non è sufficiente. E l’intensità è figlia del lavoro che porta alla partita, della settimana.
ERRORI IN TRASFERTA-
Il rendimento in trasferta è disastroso: solo Salernitana e Cremonese hanno incassato più delle 24 reti dell’Inter. E molte di queste reti sono in fotocopia, con una squadra dall’atteggiamento tattico spesso sbilanciato. C’è stato un momento, nel primo tempo di venerdì a La Spezia, in cui Acerbi si è trovato pericolosamente uno contro uno e ha rimproverato Darmian, reo di aver perso la posizione. Era quasi un presagio, perché poi la cosa si è ripetuta nella ripresa, portando al gol di Maldini. Perché a San Siro queste difficoltà non emergono? Perché, probabilmente, cambia l’atteggiamento degli avversari, meno portati a offendere. E così il “difetto” si nota meno.
INTER SEMPRE UGUALE A SE STESSA-
Il punto, l’ultimo, è che l’Inter è sempre uguale a se stessa. A La Spezia qualcosa si è mosso, con il passaggio prima al 3-4-1-2 e poi al 4-3-1-2. Ma sono sembrate mosse più dettate dal momento che da altro. Non c’è stato upgrade, un aggiornamento vero e proprio dell’app che Inzaghi stesso aveva lanciato la scorsa stagione. Il rischio, in casi come questi, è che i giocatori si siedano sempre intorno agli stessi concetti. È il retrogusto amaro dell’ennesimo day after. Nel quale le cose vengono spiegate, ma pure pesate.
