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Inter Como, l’impronta di Chivu emerge con forza: pressing, intensità e identità

Inter Como conferma la crescita dei nerazzurri: contro i lariani si è vista in modo chiaro l’evoluzione della squadra sotto la guida di Chivu
La vittoria per 4-0 contro il Como non è stata soltanto una risposta sul piano del risultato, ma soprattutto un segnale forte sul piano dell’identità. Dopo un avvio di stagione incerto e qualche passaggio a vuoto in campionato, l’Inter ha superato con autorità uno degli esami più delicati, contro una squadra in salute e in piena fiducia come quella allenata da Cesc Fabregas, giovane tecnico spagnolo tra i più apprezzati del torneo.
La sensazione, netta, è che la mano di Cristian Chivu, allenatore romeno alla sua prima vera esperienza su una panchina di vertice, stia diventando sempre più evidente. Alla vigilia, una scelta tutt’altro che banale aveva già mandato un segnale chiaro: il ritorno al ritiro per preparare la sfida. Una decisione che ha avuto immediata traduzione sul campo, con un’Inter aggressiva fin dal primo minuto.
PRESSING ALTO E AGGRESSIONE – «La sua Inter ha aggredito dal primo minuto il Como, gli ha impedito di fare il Como, l’ha asfissiato con un pressing molto alto tipico di altre latitudini e scuole, per esempio quella dell’Ajax che sta all’origine della formazione del tecnico romeno».
Il quotidiano sottolinea come i nerazzurri abbiano colpito soprattutto per la rapidità delle giocate verso la porta, spesso sviluppate con due tocchi per vie centrali, lì dove il Como non è riuscito a proteggersi. Una verticalità che ha mandato in tilt il sistema difensivo degli ospiti e ha reso evidente la differenza di intensità tra le due squadre.
LA TERZA RETE COME SIMBOLO – «È la terza rete, quella di Hakan Calhanoglu, regista turco di qualità ed esperienza, la più emblematica: quattro giocatori dell’Inter si avventano su due difensori, riconquistano la palla e avviano l’azione che porta al gol».
Un’azione che racconta meglio di qualsiasi statistica la nuova anima dell’Inter: aggressiva, corale, feroce nella riconquista del pallone. Un’identità che passa anche dalla guida di uomini simbolo come Lautaro Martinez, capitano e leader offensivo, e Nicolò Barella, centrocampista instancabile.
Il successo sul Como, quindi, va ben oltre il punteggio. È la conferma che la squadra sta assimilando i principi del suo allenatore e che la direzione intrapresa è finalmente chiara.