2021

Inter, Calhangolu è tornato super: la miglior forma dai tempi del Leverkusen

Inter News 24

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Il fantasista dell’Inter Hakan Calhanoglu è tornato ai livelli della Bundesliga quando incantava con la maglia del Leverkusen

La versione migliore del giocatore che in Bundesliga erano abituati a vedere e che invece solo adesso, a 27 anni e alla quarta stagione in Serie A, noi stiamo imparando a conoscere. In mezzo, da quella sera di 6 anni fa a oggi, ci sono state difficoltà tattiche, incomprensioni, critiche assortite, fino alla consueta, robusta dose di insulti da stadio e soprattutto via social da parte di tifosi esasperati davanti alle prestazioni inconcludenti di Hakan, ma soprattutto troppo superficiali nel giudizio.

Ma è con Simone Inzaghi, come riporta Gazzetta.it,  che ora il giocatore sembra aver (ri)trovato la sua dimensione compiuta. Perché, come si diceva, trattasi non di un “10” quale siamo abituati a pensare: di quella ristretta categoria di fuoriclasse, Calhanoglu non ha il dribbling stretto e la pulizia tecnica negli ultimi venti metri, e neanche la fantasia. Troppe volte, a ridosso dell’area avversaria, cincischia con la palla tra i piedi e sembra perdere la bussola per orientarsi nei sentieri strettissimi del nostro calcio, di certo più intasati rispetto a quelli cui era solito orientarsi in Bundesliga. Spostato dieci metri più indietro, come nell’Inter attuale, invece, diventa (ritorna) decisivo. Perché l’equivoco è (era) quello: Calhanoglu non è un trequartista classico, ma un tuttocampista di lotta e di governo, un ispiratore di gioco, più che un rifinitore. Cuce, non ricama. Perciò nel 3-5-2 di Inzaghi funziona alla grande: perché è libero di muoversi per il campo (preferibilmente partendo dal centro-sinistra, posizione da cui può rientrare per esplodere il suo destro), avendo sempre la porta avversaria davanti e non alle spalle. Potendo, in definitiva, spaziare con lo sguardo per calibrare i suoi passaggi lunghi (da regista, appunto, più che da trequartista) o correre palla al piede. Ai suoi critici rimane una sola carta da giocare: la poca continuità ad alti livelli del turco. Calha fa due o tre mesi ottimi, poi si eclissa. Soprattutto, manca spesso gli appuntamenti importanti: col Real in Champions, per fare l’ultimo esempio, non è stato un fattore. Colpa della sua emotività e timidezza (fate caso alla sua espressione facciale e ai suoi occhi quando sbaglia un passaggio facile o decisivo): un aspetto caratteriale che inevitabilmente influisce sul rendimento.

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