2022
Gravina: «Il calcio ha urlato il suo no alla guerra. La Superlega…»

Il presidente della FIGC Gabriel Gravina ha parlato della posizione del calcio nei confronti della guerra in Ucraina
Gabriele Gravina, presidente della FIGC, in una intervista al Corriere della Sera ha parlato di come il mondo del calcio si stia muovendo per fare la sua parte per quanto riguarda la guerra in Ucraina.
REAZIONE DELLO SPORT ALLA GUERRA – «Mostrando una compattezza mai esistita prima. Il calcio è un fenomeno di aggregazione sociale formidabile, basti considerare che abbiamo 211 Federazioni contro i 193 Paesi associati all’Onu. Ci siamo mossi compatti e coerenti, urlando a gran voce il nostro no alla guerra».
POSIZIONE FIGC – «Abbiamo subito deciso di far cominciare le partite dei campionati con cinque minuti di ritardo. Una piccola testimonianza, non l’unica. Adesso stiamo lavorando su altre iniziative: non è solo una guerra contro un popolo perché tutti ne siamo coinvolti».
UEFA – «Ceferin si è mosso in fretta e bene. Abbiamo organizzato tre Comitati esecutivi straordinari, dando risposte veloci e concrete. La Fifa, invece, aspettava un segnale dal Cio».
SUPERLEGA – «La nostra posizione non cambia: è la risposta sbagliata a un problema reale. In questo momento si sente un gran bisogno di unità e non di ulteriori divisioni».
PLAYOFF MONDIALI – «La posta in palio è altissima e sappiamo che il percorso è ricco di insidie. Purtroppo ci siamo complicati la vita da soli. Però ho fiducia. Non posso pensare che la Nazionale capace di arrivare sul tetto d’Europa abbia smarrito il senso dell’essere squadra. Mancini, con il nostro aiuto, sarà bravo a centrare un’altra impresa. Chiedo entusiasmo e positività. Così ci vedremo tutti in Qatar».
LEGA SERIE A – «Non mi sento aggredito, almeno non dalla maggioranza dei presidenti. Forse solo da qualcuno che non riesce a esercitare il suo potere. La verità è che tensioni ce ne sono sempre state, ma finiscono con indebolire la leadership. Chi urla non è e non può essere un leader. Spero che la Lega sia in grado di darsi in fretta un presidente forte, capace di fare sintesi e che permetta al calcio italiano di recuperare il gap esistente con gli altri Paesi».