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Gasperini rivela: «L’Inter ha speso molto, creando una squadra forte. Vi spiego il punto di forza dei nerazzurri»

Gasperini, in vista della sfida tra Roma e Inter, ha parlato dei nerazzurri, sua ex squadra, rivelando dei particolari interessanti sulla rosa di Chivu
Gian Piero Gasperini, allenatore della Roma, ha voluto chiarire alcune delle voci infondate che circolano su di lui e sulle sue squadre, in particolare quelle relative ai giocatori provenienti dalle sue esperienze precedenti, come se ci fosse una sorta di “formula magica” che li rende migliori. Durante una lunga intervista con il direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, il tecnico ha fermamente smentito queste insinuazioni, dichiarando che chi ha pensato o diffuso tali voci ha mancato di rispetto non solo a lui, ma anche al suo staff e ai suoi giocatori. Gasperini ha ribadito che le sue squadre hanno sempre operato con trasparenza e onestà, sottolineando che quando non si comprendono i risultati ottenuti, la via più facile per alcuni è quella di ricorrere a maldicenze e fantasie infondate. Il tecnico ha chiarito che ogni squadra, inclusa la sua, lavora duramente, e i successi ottenuti sono frutto di impegno e strategia, non di misteri o “stregonerie” come qualcuno aveva insinuato.
Lotta contro il doping e la difesa delle regole
Un altro tema centrale dell’intervista è stato il suo fermo impegno contro il doping. Gasperini ha sottolineato come il doping rappresenti una delle peggiori minacce per il calcio e per lo sport in generale. Il tecnico ha ribadito che, per lui, il rispetto delle regole è un valore fondamentale. Inoltre, ha sottolineato che chiunque ricorra al doping danneggia non solo se stesso, ma tutto il movimento sportivo, mettendo a rischio la salute e l’integrità del gioco. Gasperini ha fatto chiarezza sulla sua visione del calcio, rivelando che per lui il gioco è fatto di sudore, passione e sacrificio, valori che vanno ben oltre qualsiasi scorciatoia illegale.
Gasperini e il rifiuto delle simulazioni e delle furbate
Gian Piero Gasperini ha anche voluto esprimere il suo netto rifiuto verso le simulazioni e le furbate nel calcio. Il tecnico ha sempre avuto un approccio diretto e genuino al gioco, rifiutando qualsiasi forma di inganno. Secondo lui, le simulazioni, le cadute per cercare il rigore o le finte atte a ingannare l’arbitro sono un pericolo per il calcio, che dovrebbe essere basato su abilità tecniche, intelligenza e determinazione. Gasperini ha ribadito che la sua filosofia è sempre stata quella di valorizzare la qualità del gioco, evitando trucchi o sotterfugi. La sua filosofia è chiara: il calcio deve essere un gioco di valore, non di inganno. Ogni forma di simulazione, anche se talvolta può sembrare un’opportunità per guadagnare vantaggi sul campo, è da condannare perché mina l’integrità dello sport.
Frustrazione per l’introduzione del VAR nel calcio
Infine, Gasperini ha parlato della sua frustrazione per l’introduzione del VAR nel calcio, esprimendo un parere che ha suscitato discussioni tra gli appassionati del gioco. Sebbene riconosca i vantaggi che la tecnologia può portare in termini di precisione nelle decisioni arbitrali, il tecnico ha lamentato il fatto che il VAR stia cambiando profondamente l’esperienza di guardare e vivere il calcio. Secondo Gasperini, il calcio è sempre stato un gioco emozionante e istintivo, dove la passione e l’immediatezza sono stati sempre protagonisti. L’introduzione della tecnologia, che porta a continue interruzioni e a lunghe attese per la revisione delle decisioni, allontana il calcio dal suo spirito originale. Gasperini ha spiegato che il gioco che ama è quello che vive sul campo, senza la mediazione della tecnologia, e che il VAR sta togliendo una parte di questa magia. Il tecnico ha criticato l’uso della tecnologia in modo che, pur essendo utile per correggere errori evidenti, sembra ridurre l’emozione del gioco, creando una distanza tra il calcio che lui ha sempre conosciuto e quello che oggi viene proposto con frequenti interventi della tecnologia.
Di seguito, le dichiarazioni di Gasperini:
DOPING – «Stai scherzando? Chi ha soltanto pensato una cosa del genere ha offeso una società, il sottoscritto, uno staff e un gruppo di giocatori, il loro lavoro. Quando non si sanno trovare le risposte si ricorre alle maldicenze e alle peggiori fantasie. Noi siamo sempre stati puliti. Io credo nel rispetto delle regole dello sport. Il doping lo combatto da sempre… Sul campo odio le simulazioni. Detesto ogni forma di sotterfugio, il gioco sporco. Sono tutti attentati allo sport che amo più, che tutti quanti amiamo e consideriamo parte della nostra vita. Per questo mi incazzo spesso. Una cosa è l’abilità tecnica, altro la furbata, la simulazione. La ricerca del dribbling in area per andare a prendere il rigore rientra nel campo delle abilità… E poi non sopporto il Var che mi allontana dal calcio per come l’ho sempre inteso».
INTER – «Il calcio è cambiato, oggi è molto più difficile, ti devi adattare molto di più perché c’è un pressing esasperato che prima apparteneva a noi e adesso all’ottanta per cento delle squadre. E non è un caso che sia cambiata anche la mentalità in Italia. Tutti investono sull’attacco. La Juventus ha tre attaccanti fortissimi ed è andata a comprarne altri tre, il Napoli ha preso Lucca, Hojlund, Lang. L’Inter ha quattro punte di primo livello e ha speso in quel settore. Il Milan ha preso attaccanti, la Fiorentina pure, l’Atalanta Sulemana e Krstovic. Prima tutti acquistavano difensori. Nel costruire la squadra si partiva dalla difesa, poi i centrocampisti e se avanzava qualcosa la punta. O le punte. Su questo aspetto c’è stata una discussione per anni con l’Atalanta e quando han preso Zapata siamo andati in Champions. Con Muriel ci siamo tornati, quindi abbiamo puntato su De Ketelaere e Scamacca e abbiamo vinto l’Europa League. Quando hai gli attaccanti forti ti diverti, anche questo è probabilmente un segnale che il calcio è cambiato. È un calcio più difficile, magari meno bello. Se guardi all’estero la tendenza è ancora più esasperata. Solo nell’ultima sessione hanno speso centinaia di milioni per dotarsi di centravanti forti».