Acerbi racconta: «Vi svelo qual è il mio piatto preferito»
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Acerbi racconta: «Vi svelo qual è il mio piatto preferito. Sulla malattia…»

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Francesco Acerbi, difensore dell’Inter, ha parlato della propria alimentazione e di cosa è cambiato dopo la malattia: le dichiarazioni

Intervenuto sul canale Youtube di Iader Fabbri nel corso della puntata numero 10 di ‘A tavola con Iader’, Francesco Acerbi, centrale dell’Inter, ha dichiarato:

ALIMENTAZIONE – «Il mio jolly alimentare preferito? A me viene in mente proprio la pasta. Perché mi piace e vorrei sempre mangiarne tanta. Un primo in generale direi. Anche le patate mi piacciono, ma se devo scegliere dico la pasta. Jolly? Sì, sono tanti. Più di quanti ne immaginavo. A volte ci sono settimane in cui ho più di un jolly al giorno, e alla fine alla sera quando ho due jolli che sono un primo e il puré o le patate in generale abbinati a qualcosa di proteico, faccio fatica a finire il pasto. Piuttosto mangio 500 grammi di pasta, fare un unico jolly. A volte mi capita di avere tanta fame e mangiare più carboidrati insieme e mangiare due jolly insieme. Non faccio lo spuntino mattutino perché mi alleno. Ovviamente abbiamo i nutrizionisti all’Inter che ci danno le bibite o i vari prodotti, ma io uso gli aminoacidi. In quelli che ci danno all’Inter non ci sono aminoacidi, ne sono sicuro, perché è un lavoro differente quello che fanno. Vitamine B o probiotici li prendo già alla mattina. Al pomeriggio sono a casa prendo una proteina, sennò un frutto, se ho fame».

MALATTIA – «Ho fatto tutto da solo, mangiavo bene anche prima con fonte proteica e riso. Meno cairboidrati rispetto a quanto mangiassi prima. Disciplina? Se l’alcool fosse stata una proetina ero al top (ride, ndr). La malattia mi ha reso un robot. Mi ricordo che i primi due anni mangiavo quelle cose lì, a Natale uguale. Bresaola e monoalimenti. La crostata solo prima della partita. Ogni anno aggiungevo qualcosa, il mio fisico ne aveva bisogno. Fisicamente sono sempre stato predisposto a dare qualcosa in più, anche da giovane ero il doppio degli altri dal punto di vista della forza. Muscolarmente sono ben predisposto, per arrivare a quest’età così non basta solo la buona volontà. Madre natura mi ha dato qualcosa in più. Ma gli infortuni non sono casuali. Al 90% sono io che cerco qualcosa di più in me stesso. Mangio 4-5 volte al giorno. Già c’è lo stress del campo, se ci aggiungiamo anche quello alimentare, diventa dura».

NUTRIZIONE IN SERIE A – «La nutrizione è molto migliorata, è cambiato un po’ tutto in meglio. Ora se non stai bene fisicamente non puoi competere, il livello fisico si è alzato. Devo essere performante al massimo per competere. La nutrizione e il recupero può dare qualcosa in più complessivamente. Devi stare sempre il meglio possibile, la nutrizione è un punto fondamentale. Se non sei preciso non riesci a giocare come vorresti. Non ho mai avuto cali importanti».

TATUAGGI – «Noi giocatori abbiamo scaramanzie. Quello che faccio in campo lo faccio anche nello spogliatoio. Ho tante cose da dire. Il tatuaggio del leone? E’ solitario, un po’ come me. Ma è presente, quando serve c’è. Non molla mai, è uno che lotta quando serve. Mi piacciono i leoni, sono i miei animali».

ALTRI SPORT – «A padel sono una pippa. Alla fine del campionato, quando sono in vacanza, corro sempre. Non mi fermo mai: mezz’ora, 6-7 chilometri, una bella sudata. Doccia, colazione: inizia un altro tipo di giornata. Ti alzi la mattina e corri, è la cosa più bella. Poi bevicchio un pochino, vino e birra. Quindi è uno scarica-pensiero la corsa. Se ho un jolly e posso mangiare l’amatriciana, la mangio. Se devo mangiarne un kg, la mangio».

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