Facchetti racconta il doppio legame con Atalanta e Inter: «Il tifo vero è rimasto quello»

Facchetti, tra memoria familiare, identità nerazzurra e rispetto per Bergamo: le parole sulla sfida tra le sue due principali squadre del passato

Tutto pronto per la delicatissima sfida tra Atalanta Inter, Gianfelice Facchetti, figlio della leggenda nerazzurra Giacinto Facchetti, ha raccontato a TuttoAtalanta.com il valore profondo di una partita che per la sua famiglia non è mai stata una gara come le altre.

SCELTA DI VITA – «Mio padre fece quasi in contemporanea il provino con Atalanta, Milan e Inter. Il Milan non si fece vivo subito, mentre Inter e Atalanta sì. Il nonno, grande interista, prese in mano la situazione e lo mandò a Milano». Una decisione che ha scritto la storia del club nerazzurro, pur senza cancellare una sincera simpatia per Bergamo, rimasta nel tempo e rafforzata anche da un breve passaggio dirigenziale di Facchetti negli anni di Cesare Bortolotti.

TIFO E INFANZIA – «Il tifo profondo è rimasto l’Inter, era la squadra della vita di mio padre. Ma da ragazzo ho visto tantissime partite dell’Atalanta, anche di nascosto. Per un periodo, più Atalanta che Inter». Un racconto che restituisce il clima di un calcio vissuto con passione autentica, lontano dalle contrapposizioni forzate.

Nel suo intervento, Facchetti si è soffermato anche sull’attualità nerazzurra e sulla figura di Cristian Chivu.

STILE E VALORI – «Chivu mi è sempre piaciuto. È entrato in punta di piedi e ha lavorato senza clamore. In un mondo di urlatori, il suo stile mi rappresenta: vincere sì, ma con rispetto». Un giudizio che richiama direttamente l’eredità morale lasciata da Giacinto Facchetti all’Inter.

Guardando alla corsa scudetto, l’analisi resta equilibrata.

SCUDETTO APERTO – «In estate non consideravo l’Inter favorita. Oggi può giocarsela. Vedo il Napoli leggermente avanti per profondità di rosa, ma l’Inter ha ritrovato entusiasmo e voglia di riprendersi ciò che ha lasciato per strada».

Infine, uno sguardo alla partita di Bergamo.

LA PARTITA – «Resta un big match. Non mi aspetto una gara d’impeto, ma una sfida prudente, giocata sul risultato. L’Inter deve difendere il primo posto con attenzione». Un pronostico misurato, nel segno di una rivalità storica vissuta con rispetto e memoria.