Deschamps sull'emergenza infortuni: «È evidente che...»
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Deschamps sull’emergenza infortuni: «È evidente che l’accumulo di partite e gli spostamenti non aiutino. C’è un dato di fatto»

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Il commissario tecnico della Francia, Didier Deschamp, si è espresso così sul tema dei troppi infortuni per i tanti impegni dei calciatori

Il Commissario Tecnico della Francia, Didier Deschamps, ha lanciato un nuovo allarme sul problema dei calendari nel calcio moderno. Dopo aver diramato la lista dei convocati per i prossimi impegni, l’ex tecnico ha spiegato che il problema è già stato evidenziato da tempo sia dai giocatori che dagli allenatori.

Ha sottolineato come l’accumulo di partite, unito ai continui spostamenti e a fasi di preparazione ormai inesistenti, stia creando una situazione insostenibile. Deschamps ha evidenziato una grave disparità: sebbene il 90% dei calciatori giochi meno, quel 10% che rappresenta l’élite, e che è costantemente impegnato con le Nazionali, gioca molto di più. Questo, secondo il CT, genera non solo una fatica fisica, ma anche una fatica psicologica, che ritiene ancora più importante e difficile da valutare.

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Deschamps ha poi notato come i giocatori siano dipendenti dei loro club e, come i giornalisti, abbiano difficoltà ad andare contro i propri “datori di lavoro” per protestare. Ha concluso con una riflessione polemica: il dato di fatto è che i calendari sono sovraccarichi e il dibattito sul fatto che questo piaccia davvero a tutti resta aperto.

PAROLE – «Servirebbe davvero lanciare ancora di più l’allarme? Il problema è già stato evidenziato, sia dai giocatori che dai commissari tecnici e dagli allenatori. Il calendario è quello che è. È evidente che l’accumulo di partite, unito agli spostamenti più o meno lunghi non aiuti. La fatica è sempre esistita, ma oggi ci sono moltissime partite con periodi di recupero molto più brevi e fasi di preparazione praticamente inesistenti. I giocatori sono dipendenti dei club, e gli unici che possono avere un certo peso sono proprio loro. Ma è come per voi (giornalisti, ndr), non sono sicuro che abbiate voglia di andare contro i vostri datori di lavoro… Il 90% dei giocatori gioca meno, ma quel 10% che rappresenta l’élite e che è anche impegnato con le Nazionali gioca molto di più, e questo è un problema. C’è una fatica fisica, ma anche una fatica psicologica, molto più importante e difficile da valutare. Ci sono più partite, più competizioni… piace davvero a tutti? Il dibattito è aperto, ma il dato di fatto è che i calendari sono ormai sovraccarichi».

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