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De Paola durissimo sulla Juve: «Giocatori non all’altezza. E solo Spalletti può cambiare le cose»

Inter News 24

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De Paola effettua un’analisi dopo il ko subito in Serie A contro il Napoli tra errori tattici, limiti della rosa e confusione societaria

La sconfitta della Juventus contro il Napoli continua a far discutere e ad alimentare un dibattito sempre più acceso sul momento dei bianconeri. Ai microfoni di TMW Radio, il giornalista Paolo De Paola ha tracciato un’analisi durissima della situazione, puntando il dito su scelte tattiche, limiti della rosa e fragilità strutturali del club.

SCELTE SBAGLIATE – «Probabilmente Spalletti ha voluto mostrare alla società il valore della propria rosa, dimostrando la pochezza degli ultimi acquisti. Contro un Napoli decimato aveva l’occasione per fare un passo in avanti, invece ha rivoluzionato la squadra pensando di non dare punti di riferimento a Conte».

Secondo De Paola, la mossa si è rivelata un boomerang: «Gli azzurri sono camaleontici e fanno paura con Lang, Hojlund e Neres. Spalletti si è presentato a sinistra con Cabal e Koopmeiners, che sono stati fatti a fette dal solo Neres. Cabal andava tolto al ventesimo».

LIMITE DEI GIOCATORI – «I giocatori della Juventus non sono scarsi in assoluto, ma si sentono arrivati solo perché vestono quella maglia», ha continuato De Paola. Un giudizio netto anche su alcuni giovani simbolo: «In questo momento Yildiz nell’attacco dell’Inter non giocherebbe neanche un minuto».

Poi la critica alla gestione della gara: «Perché non mettere Miretti dall’inizio? È un giocatore ordinato. In gestione la squadra ha perso una marea di palloni. L’unica azione degna di nota è stata quella del gol, troppo poco».

RISCHIO CHAMPIONS – «Questa Juventus così non può arrivare neanche in Champions League», ha sentenziato senza mezzi termini il giornalista.

Infine, uno sguardo al futuro, tra panchina e struttura societaria.

SPALLETTI RESTA LA CHIAVE – «Nonostante tutto, l’allenatore giusto per risollevare la Juventus rimane Spalletti», ha ribadito De Paola. Ma non basta: «Questa squadra ha bisogno di un impianto solido a livello societario. Non si può passare da un presidente come Andrea Agnelli a Comolli. La Juve ha sempre avuto dna italiano, soprattutto in difesa. Oggi la sua difesa cos’è? Anche il centrocampo è inferiore a molti reparti in Serie A, e l’attacco non incide con David e Openda».

Su Yildiz, il giudizio finale: «Ha immense qualità, ma al momento non è nulla. In questo ambiente confusionario non si sono ancora viste».

La chiusura è chiara e definitiva: «L’unico che può cambiare davvero le cose è Spalletti, ma deve essere accompagnato da una società che capisce di calcio, non solo di algoritmi».

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