Crisi Inter, crepe negli scontri: numeri, limiti e segnali
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Crisi Inter, crepe negli scontri diretti: numeri, limiti e segnali d’allarme dopo la Supercoppa

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Crisi Inter, difficoltà contro le big e rendimento altalenante: dai dati sugli scontri diretti alle riflessioni del CorSera, passando per il mercato

Inter sotto esame. I numeri raccontano una tendenza che non può più essere ignorata: una sola vittoria nelle ultime sette partite contro il Bologna, avversario che aprirà il 2026 dei nerazzurri e chiuderà la stagione a maggio, e nessun successo nelle ultime tredici sfide complessive contro Milan, Napoli e Juventus. Un dato che pesa, soprattutto se inserito nel contesto di una squadra costruita per dominare anche le grandi notti.

Il Corriere della Sera prova a inquadrare il momento senza semplificazioni: «Dire che l’Inter si sia fermata all’ultimo trofeo vinto, lo scudetto della seconda stella, è ingeneroso. Però la tendenza nelle grandi partite, dalla finale persa col Psg a Monaco in poi, è stata esportata con i ko contro Atletico e Liverpool e pure quello con la Fluminense a giugno». Un filo rosso che lega le sconfitte più pesanti dell’ultimo anno solare.

I meriti di Cristian Chivu, allenatore dei nerazzurri ed ex difensore simbolo del Triplete, non vengono messi in discussione. Il tecnico ha ricompattato il gruppo, soprattutto dal punto di vista mentale, dopo lo shock di Monaco. Ma, come evidenzia ancora il Corriere, «le crepe si vedono a occhio nudo appena la squadra è esposta ai riflettori delle grandi notti». È lì che l’Inter sembra perdere certezze e incisività.

Dopo la Supercoppa, Henrikh Mkhitaryan, centrocampista armeno di grande esperienza internazionale, ha parlato di sconfitta inspiegabile, mentre Chivu ha richiamato la lotteria dei rigori. Tuttavia, la lettura del quotidiano è più severa: «C’è sempre un motivo diverso per giustificare un ko. E quello di Coppa, anche se arrivato solo dagli 11 metri, va messo nel conto stagionale che è già a quota sei. Anche perché è il più caro. Una perdita potenziale di 7,1 milioni».

Il nodo principale resta quello degli scontri diretti e si è accentuato con l’assenza di Denzel Dumfries, esterno olandese classe 1996. Senza di lui, l’Inter attacca quasi esclusivamente a sinistra. A destra, i tentativi di adattamento non hanno convinto: «Bocciato Augusto a piede invertito, Luis Henrique ne ha giocate sei di fila da titolare… ma è stato decisivo solo col Como», scrive il Corriere, sottolineando i limiti tecnici del brasiliano.

Da qui il capitolo mercato. Cinquanta milioni spesi per Luis Henrique e Diouf, con Dumfries atteso al rientro solo a marzo. «Il sogno Palestra è d’oro (40 milioni), mentre tra le opzioni più accessibili Dodò della Fiorentina è più immediata di Belghali del Verona», aggiunge il quotidiano. Senza dimenticare il possibile malumore di Stefan de Vrij, che potrebbe accelerare la ricerca di un centrale mancino.

Per restare in testa e tornare a vincere gli scontri diretti in un gennaio di fuoco, il messaggio è chiaro: qualcosa va cambiato.

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