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Conferenza stampa Chivu pre Genoa Inter: «La realtà del campo è diversa da quella raccontata, ci davano per finiti! De Rossi è uno leale, ecco cosa mi aspetto domani»

Conferenza stampa Chivu pre Genoa Inter: le parole del tecnico dei nerazzurri alla vigilia del match del 15° turno di Serie A 2025/26
La conferenza stampa di Cristian Chivu alla vigilia di Genoa Inter, match valevole per la quindicesima giornata del campionato di Serie A 2025/26: queste le parole del tecnico nerazzurro. La conferenza avrà inizio alle ore 14:00, noi di InterNews24 la seguiremo live.
CHE GARA SERVIRA’ DOMANI? – «Perfetta anche dal nostro punto di vista, per quello che sarà il nostro atteggiamento, quello che sarà il nostro approccio alla gara. Affrontiamo una squadra che sta bene, che col nuovo allenatore ha ritrovato entusiasmo e punti. Sappiamo tutti che andare a Genova per l’Inter non è mai stato semplice».
COME HO VISSUTO QUESTI GIORNI POST LIVERPOOL E CHE OCCASIONE E’ PER NOI OGGI COL GENOA? – «Con la stessa serenità che avevamo vissuto il nostro cammino in stagione. Siamo consapevoli del nostro lavoro, di cosa stiamo facendo. La realtà del campo è diversa da quella raccontata. Siamo consapevoli che in campo dobbiamo mettere il meglio di ciò che si ha quel giorno, aggiungendo qualcosina in più nell’attenzione e nella responsabilità. Nonostante tutto quello che si credeva e si diceva, dal mio punto di vista stiamo facendo una grande stagione con alti e bassi. Fiduciosi perché stiamo lavorando tanto e i risultati si vedono in campo per le prestazioni, e non solo per i risultati».
LE INNOVAZIONI DI NOI GIOVANI ALLENATORI, LE EMOZIONI PER LA SFIDA CON DE ROSSI – «A livello di comunicazione dovete dircelo voi cosa portiamo. Potrei dire che abbiamo l’umiltà di capire che dobbiamo imparare da quelli più bravi di noi, che hanno più esperienza e sanno gestire meglio determinate cose. Dal punto di vista abbiamo sempre cercato di rubare da ognuno di loro, in Italia e all’estero. Dal punto di vista comunicativo dovete dirlo voi. Daniele è un ragazzo che stimo e apprezzo molto, ho avuto modo di convivere con lui 4 anni meravigliosi a Roma. Un capitano lo era anche prima di portare la fascia, lui si è subito messo a disposizione del gruppo. Ho sempre apprezzato la sua intelligenza emotiva e calcistica, anche dal punto di vista umano. Di lui ho un ricordo bellissimo e posso parlare bene. E’ uno vero, uno leale e che sa fare».
COME HO LAVORATO SUI RAGAZZI DAL PUNTO DI VISTA DELL’APPROCCIO MENTALE PER RICARICARLI? – «Noi dobbiamo continuare a fare le stesse cose con fiducia e determinazione, migliorare magari i piccoli errori fatti. Non dobbiamo mai perdere la consapevolezza che stiamo facendo una grande stagione. Su 21 partite sotto la mia gestione forse abbiamo sbagliato 2 tempi, ma mai partite intere. Questo mi dà fiducia e consapevolezza, questo gruppo ha tanta voglia di essere dominante e continuare un percorso che ci permetterà poi di avvicinarci a quelli che sono i nostri obiettivi. La realtà del campo è ben diversa di quella che qualcuno vuole dire in determinate sedi».
COSA CHIEDO ALLA SQUADRA PER FARE L’ULTIMO STEP VERSO UNA MENTALITA’ DAVVERO VINCENTE? – «Chiedo tante cose, poi è la loro percezione e la loro voglia che è più importante di cosa penso io e di cosa si dice in giro. Questa è la cosa più importante, hanno voglia. Siamo partiti sotto la lente d’ingrandimento, qualcuno diceva che eravamo dei falliti o che eravamo finiti… Noi siamo ancora lì, con voglia e determinazione. Un gruppo che ci ha sempre messo la faccia. Sono cose importanti, non era scontato dopo tutto quello che è stato questa estate. Sappiamo anche noi che abbiamo margini di miglioramento, ma dall’inizio non abbiamo mai voluto perdere l’identità di questa squadra, la fame di essere ancora dominanti in Serie A e in Europa. Siamo sulla strada giusta».
SE HO UNA SPIEGAZIONE DEL FATTO CHE LA SQUADRA QUANDO SUBISCE GOL NON E’ MAI RIUSCITA A RECUPERARE? – «Non mi vengono in mente adesso determinate cose, ma poi ci sono gli episodi di una partita. Ripeto che abbiamo sbagliato due tempi: il primo con l’Udinese e il secondo tempo col Napoli. Del resto la squadra c’è sempre stata, poi ha vinto e perso ma è sempre stata lì. Cercando di essere propositivi, senza mai andare a speculare qualcosa. Qualcuno mi potrà dire che a volte speculare vuol dire anche portare a casa qualcosa… Io mi prendo quello che siamo noi, la nostra identità. Cercheremo di imparare dai nostri errori senza perdere la nostra identità».
COMO E LIVERPOOL DUE GARE AD ALTA INTENSITA’, E’ POSSIBILE RIPETERLO A LIVELLO FISICO E DI LUCIDITA’? – «Dal punto di vista dell’impegno e dell’intensità, col Liverpool abbiamo aggiunto qualcosa in più rispetto al Como. Rivedendo la partita, ovvio che l’avversario è diverso, ma io sono felice e contento di cosa abbiamo portato in campo col Liverpool. Non abbiamo abbassato il livello. Dal punto di vista dell’atteggiamento e del gioco non siamo stati inferiori. Poi ovvio, col Como riesci a vincere e col Liverpool no, ma mi prendo tutto ciò di buono fatto in queste due partite».
SENTO PRESSIONI O CRITICHE ECCESSIVE? – «Non ho sassolini da togliermi dalle scarpe, ma bisogna parlare della realtà dei fatti. Poi se si vuole parlare del perché non si vince uno scontro diretto allora si può parlare anche di quello. Se vogliamo parlare di dove siamo partiti, di quella che era la percezione questa estate, possiamo parlare anche di quello. La realtà è sempre questa, da 20 anni che sono in questa società. All’Inter le aspettative sono sempre ben diverse rispetto alla realtà, le pressioni sono alte, si deve vincere sempre ed è giusto che sia così. Guardo anche a cosa portiamo in campo, a cosa stiamo facendo ultimamente. Non valuto solo una vittoria o una sconfitta. A me non piacciono le etichette e all’Inter se ne mettono un po’ troppe».
SUGLI INFORTUNATI – «Abbiamo problemi, quelli noti, di quelli che sono usciti contro il Liverpool. Acerbi, che ben sapete e Calhanoglu, che non ha ancora ripreso ad allenarsi. Loro sono gli indisponibili insieme a Darmian e Dumfries. E Palacios e Di Gennaro, che è già un bel po’ che non ci sono».
