Hanno Detto
Chivu scuote il gruppo: «È l’ora di osare. Una grande squadra deve essere più forte delle frustrazioni»

Chivu chiede responsabilità e coraggio: pressione accettata, dignità non negoziabile! I dettagli sulla partita imminente contro l’Atalanta
Qualcosa, comunque, l’Inter lo ha già dimostrato in questa prima parte di stagione. A ribadirlo è Cristian Chivu, che alla vigilia della sfida contro l’Atalanta sceglie parole dirette, senza giri: mesi complicati, errori da correggere, ma anche la consapevolezza di aver rimesso la squadra sui binari giusti.
«Sono stati mesi difficili all’inizio, per il vissuto e per la fine della scorsa stagione. Ma abbiamo fatto di tutto per rimetterci in carreggiata. Non siamo perfetti né lo saremo mai, però ci impegniamo ogni giorno per migliorare».
È una presa di coscienza che va oltre il risultato e che chiama in causa l’identità del gruppo, soprattutto quando il contesto diventa più pesante.
Per Chivu, infatti, una grande squadra deve saper reggere l’urto della pressione:
«Una grande squadra deve essere più forte delle frustrazioni, delle ingiustizie e delle percezioni che arrivano dall’esterno. Bisogna assumersi le proprie responsabilità, come facciamo nello spogliatoio dicendoci le cose in faccia, quando serve fare autocritica».
Un metodo che il tecnico ha applicato anche dopo il ritorno da Riyad, quando l’eliminazione in Supercoppa ha lasciato amarezza e delusione. Parlarsi, confrontarsi, affrontare i problemi senza filtri: secondo l’allenatore nerazzurro, è stato uno dei segreti delle vittorie passate e deve diventare la chiave per invertire il trend nei big match.
In questo percorso entra anche il tema della dignità, concetto su cui Chivu è netto. La pressione dell’ambiente Inter non lo spaventa, anzi la considera parte integrante del ruolo: «Mi sento stimolato. Ho la pelle grossa, accetto di essere dipinto o etichettato, accetto anche la distorsione della realtà. Ho accettato che il mestiere dell’allenatore dell’Inter sia questo». Ma c’è un limite invalicabile: «Nello stesso momento, però, conservo una dignità che non è in vendita e che non cambierò mai».
Il messaggio alla squadra è chiaro: più coraggio, più responsabilità, meno comfort zone. Perché contro l’Atalanta non sarà solo una partita di classifica, ma un esame di maturità per capire se questa Inter è davvero pronta a osare.